venerdì 25 settembre 2015

Educazione del cane e leadership: dal bocconcino alla collaborazione in armonia

Nel mondo dell’educazione e dell’addestramento cinofilo si discute spesso di leadership: dobbiamo essere capibranco, padri di famiglia, amici…

Un vero leader si riconosce subito ;)

Scegliere un tipo di leadership influenza anche la metodologia usata nell’educazione e nell’addestramento del cane.

Due metodologie che possono essere usate sono:

  • Leadership transazionale
  • Leadership trasformazionale

La leadership transazionale è basata su premi e punizioni, la vecchia “carota o bastone” dei modi di dire; per quanto vecchia, è ancora largamente utilizzata.

Il tipo di meccanismo è di tipo comportamentale e si rifà alle teorie di Skinner del secolo scorso (behaviorismo) . Ultimamente in psicologia la “Terapia cognitivo comportamentale” ne ha rivalutato alcuni aspetti adattandola alle nuove scoperte in ambito cognitivo; l’essere vivente non è una macchina ;)

Ci sono due modi di elargire ricompense e premi, e i due modi producono due tipi di risultati diversi; è importante non confonderli e usarli in modo appropriato.


La ricompensa non contingente

Il premio viene dato indipendentemente dal raggiungimento di certi obbiettivi.
Nella terapia cognitivo comportamentale viene usata tipicamente per evitare problemi comportamentali.

Ad esempio il cane si morde la coda in modo compulsivo, esprimendo un disagio di qualche tipo; la somministrazione di attenzioni e bocconcini indipendentemente dal verificarsi del comportamento “distrae” e mette più a suo agio il soggetto e rende più raro il verificarsi del comportamento.

La ricompensa contingente

Il premio viene dato al raggiungimento di un obbiettivo, di una performance o al verificarsi di un certo comportamento
E’ il metodo più efficace per migliorare la performance o raggiungere un certo obbiettivo o comportamento; migliora inoltre la soddisfazione e l’autostima del soggetto.

Ad esempio: se diamo un bocconcino al cane quando dà la zampa, il cane viene gratificato e tenderà a dare la zampa in modo più preciso e veloce. Attenzione che il cane tenderà a ripetere ed eventualmente perfezionare il comportamento perché il successo lo gratifica, non perché ha fame ;)

Per essere efficace occorre che la ricompensa dev’essere riconosciuta come tale.

ad esempio, se do al cane un bocconcino, ma il cane non ha fame, non gli piace quel bocconcino, non funziona. Il cane, come noi, si stufa se non viene stimolato in modo creativo.

ancora un esempio, se il cane è impegnato in un’attività (esperienza) per lui soddisfacente sarà difficile distrarlo con la prospettiva di una ricompensa; il cane da caccia che rincorre una lepre non smetterà di cacciare per la promessa di un bocconcino, per quanto prelibato.

Punizione contingente

Viene data una punizione al verificarsi di un certo comportamento o al mancato raggiungimento di un obbiettivo.

La punizione, per quanto meritata e/o accettata, suscita rancore, invidia, apatia e mancanza di collaborazione; questo è tipico negli ambienti di lavoro, e si può vedere anche lavorando con i cani. La punizione può portare a frustrazione che a sua volta apre la strada all'aggressività.

La punizione allontana il soggetto dalla situazione che diventa indesiderabile. La punizione può allontanare da noi il cane.

E’ anche difficile, più che per la ricompensa, associare nella mente del soggetto la punizione al giusto comportamento.

Ad esempio: il cane scappa e quando torna lo sgridiamo. Il cane associa la sensazione spiacevole al ritorno e tenderà a non tornare.

Ad esempio: il cane abbaia a un altro cane, lo strattoniamo e lo sgridiamo, il cane può associare la sensazione spiacevole agli altri cani e tenderà ad abbaiare con più convinzione quando ne vedrà uno.

In generale la punizione è molto difficile da utilizzare, e come abbiamo visto, anche la ricompensa ha dei limiti e non può sempre essere usata. Attenzione che la mancanza di premiazione è di fatto una punizione (negativa), e genera quindi gli stessi problemi.

Sicuramente il più grande limite del metodo della ricompensa contingente è che funziona se viene associata a un obbiettivo o un comportamento preciso. Se vogliamo motivare il cane a non essere un semplice esecutore di ordini, non possiamo considerare il cane una macchinetta a bocconcini.
Per coltivare una sana relazione con il cane, il bocconcino non è sufficiente.

La leadesrship trasformazionale pensa al leader come chi “ha il compito di identificare il cambiamento necessario, di creare una visione per guidare il cambiamento attraverso l'ispirazione, ed eseguendo il cambiamento insieme con i membri del team” (da Wikipedia).

Con la leadesrship trasformazionale viene data autonomia al soggetto per permettere la sua crescita personale, chi non raggiunge gli obbiettivi viene motivato a fare meglio piuttosto che punito o non ricompensato. La ricompensa è il raggiungimento stesso degli obbiettivi.

Traducendolo in termini cinofili, il cane si deve divertire, deve appassionarsi all’attività, e dev’essere legato al conduttore in una relazione che va oltre la distribuzione di bocconcini.
Dobbiamo partire da che cos'è il cane, e dalla storia del nostro cane  in particolare, la sua linea evolutiva, il suo carattere, e da lì dobbiamo iniziare a collaborare per costruire un percorso. Il cane ci segue perché ha fiducia in noi e ci rispetta come leader, e si aspetta che quello che faremo insieme sarà soddisfacente per entrambi.

Ad esempio, i cani che per centinaia di km trascinano una slitta nell'inverno artico per l'Iditarod, non lo fanno certamente perché poi hanno un bocconcino ;)

Ad esempio, gli springer spaniel non stanano le beccacce in mezzo a cespugli e rovi perché poi hanno un premio, lo fanno perché si divertono tantissimo a farlo


Ad esempio, i retriever riportano anatre cadute in mezzo al lago perché a loro piace tantissimo

Quindi come possiamo relazionarci col cane nel modo migliore?

In realtà quanto esposto qui sopra sono dei modelli, degli strumenti che possiamo utilizzare per migliorare la vita col nostro cane o per raggiungere risultati di tipo comportamentale, agonistico o per risolvere qualche problema.

Molto dipende dagli obbiettivi che ci proponiamo: per i problemi comportamentali la “ricompensa non contingente” può aiutare, magari coadiuvata dall’attività con il conduttore, molti problemi di Fido sono dettati più dalla noia che dalla voglia di ribellione.
La “ricompensa contingente” è un buon sistema se vogliamo ottenere un certo comportamento o performance: se vogliamo insegnare al cane a dare la zampa, la “ricompensa contingente” funziona.

In generale, dobbiamo ricordarci che il cane vede in noi un esempio, una guida, la cosa migliore è farlo partecipe della nostra vita, o possiamo entrare noi nella sua in qualche attività cinofila più o meno sportiva specifica.

Dobbiamo solo ricordarci che questi  modelli sono solo strumenti e come tali funzionano solo se si usano con conoscenza e intelligenza.

Con fiducia, rispetto e collaborazione.

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