sabato 6 settembre 2014

Collare a strangolo, bocconcini, pettorina ad H o psicofarmaci?

Etica cinofila: il cane lo strozzo o lo drogo?

L’essere umano ha, ciclicamente, bisogno di  guerre sante.

Sante,  perché rispondono ad un “bene superiore” che trascende il gretto tornaconto  personale per difendere un’ideale di nobiltà.

Guerre, si capisce, perché hanno come scopo l’annientamento della controparte con l’obiettivo del benessere e della pacificazione sociale.

L’ambiente cinofilo non si fa mancare di certo niente in tal senso e negli ultimi anni tanti sono stati gli argomenti (“cattivisti”/gentilisti, punizione/rinforzo,  bocconcino come esca/bocconcino come ricompensa….) che hanno scatenato integralismi di varia intensità tutti finalizzati al “benessere animale”.

Fino a pochi anni (mesi??? giorni???) fa la diatriba che più ha scaldato i cuori degli appassionati di questa materia è stato lo scontro titanico tra collare a strangolo o a strozzo o a scorrimento o a ghigliottina e pettorina ad X o scapolare, ad H o svedese, ad Y o easywalk/easyplay.

Fiumi di parole e di “pellicola” su Youtube sono stati spesi per avvalorare le testi dell’una o dell’altra fazione e studi clinici, spesso elaborati da emeriti “ignoti”, sono stati riesumati per allarmare sui danni da soffocamento piuttosto che su quelli spinali.

Beh, posso dirvi una cosa???? La “vecchia” battaglia, seppur mai sopita, tra strangolo e pettorina mi manca, e mi manca perché adesso è stata sostituita da una DISPUTA MOLTO PIU’ SUBDOLA tra il collare a strangolo e quelli che, sottilmente vengono definiti, “altri strumenti” che possono aiutare  ad instaurare e migliorare la relazione con il proprio cane. 

Ho scoperto, mio malgrado, che:

(cit.) “quando ci troviamo davanti ad un cane con uno stato mentale patologico … sta soffrendo! E abbiamo il dovere professionale e morale di curarli e di evitare loro, quando possibile, sofferenze. E’ vero che non è semplice fare una diagnosi di stato patologico mentale e scegliere la molecola adatta, ed è ancora meno semplice capire quando non c’è bisogno e non utilizzarla, ma questo fa parte del lavoro dei MV Comportamentalisti!”

E qui arriviamo al dunque, alla fatidica molecola, a quel “detto e non detto” che cade nella categoria “altri strumenti” e che fa rimpiangere bocconcini e pettorine.


Adoro l’inglese.

Poche parole ben spese e, in questa lingua che indulge poco alla creazione di vocaboli allusivi e fantasiosi i medicinali che somministriamo a fin di bene sempre più spesso ai cani si chiamano drugs e gli psicofarmaci si chiamano psychoactive drugs : ossia  DROGHE PSICOATTIVE!

E ormai li droghiamo per tutto. Una breve (ma brevissima) ricerca su Internet evidenzia che il loro utilizzo è giustificato da:

Problemi comportamentali  
(CL......-  CATEGORIA FARMACOTERAPEUTICA: Inibitori non selettivi della ricaptazione delle monoamine) 
  • Inappropriate eliminazioni (defecazione, urinazione)
  • Paure, fobie
  • Ansia
  • Vocalizzazioni eccessive (abbai, ululati, etc)
  • Iperattività
  • Comportamenti  stereotipati ed ossessivi
Aggressività
(di nuovo CL...-  CATEGORIA FARMACOTERAPEUTICA: Inibitori non selettivi della ricaptazione delle monoamine
  • Paure - temporali, rumori, visite dal veterinario-:  (XANAX e basta la parola);
  • Obesità (!!!!!!!!!!!!!!!!): (SL...- CATEGORIA FARMACOTERAPEUTICA:
  • Gestione del sovrappeso e dell'obesita' - PRINCIPI ATTIVI: Dirlotapine inibitore che blocca l’accumulo ed il rilascio delle lipoproteine attraverso il sistema linfatico e seda il senso di fame);
  • Vecchiaia (!!!!!!!!!!!!!!!): (AN......inibitore del crollo della dopamina) gestisce i sintomi legati all’avanzamento dell’età che riguardano gli stati della memoria, dell’attenzione e del tono psicofisico;
In occasione di esposizioni (!), toelettature, contenzione, cattura, ecc:
(DENOMINAZIONE: KI..... - CATEGORIA FARMACOTERAPEUTICA: L'Acepromazina, derivato fenotiazinico, viene impiegata come agente tranquillante-sedativo, preanestetico ed antiemetico-antichinetosico. 

Agisce tramite il blocco della dopamina, catecolamina neurotrasmettitrice a livello encefalico, con effetto depressivo del sistema nervoso centrale che determina nell'animale uno stato di tranquillita' associatoa rilassamento muscolare e riduzione dell'attivita' spontanea - PRINCIPI ATTIVI: Acepromazina maleato)...

Solo pensare alla somministrazione di uno psicofarmaco per la condotta del cane da esposizione mi fa rabbrividire e immaginare una cura psicotropa per l'obesità' mi schifo ma lo scoop deve ancora venire!

L'ultima frontiera dello psicofarmaco e' il .... canile! Il suo utilizzo e' finalizzato all’adattamento a nuovi contesti sociali presso canili e rifugi in genere soprattutto nei confronti di cani randagi o semirandagi raccolti nelle regioni del Sud Italia e portati in "strutture protette" del Nord con finalità di adozione  o nei confronti di cani con evidente difficoltà alla manipolazione.

Siamo arrivati, e forse purtroppo siamo solo all’inizio, di un processo di antropomorfizzazione  del cane che, come in una specie di abominevole transfert, adatta al cane tutte le patologie odierne del genere umano : la depressione, l'iperattività, l'isolamento dal contesto sociale, l'incapacità' di stare da soli e tutte le tipologie del "male di vivere" che affliggono l'epoca contemporanea.

Il 5 settembre del 1379 tre maiali francesi, infastiditi e agitati dagli strilli di un porcellino cucciolo, si scagliarono contro il figlio del loro padrone ferendolo a morte.
Come riporta E.P. Evans nella sua monografia "Azione penale e pena capitale negli animali" i tre assassini, dopo un regolare processo, vennero condannati a morte insieme a molti altri maiali che "assistettero alla scena e che, con le loro urla ed il loro comportamento aggressivo dimostrarono di approvare il gesto".

Avvolgendo velocemente la pellicola e portandola ai giorni nostri (dicembre 2007) assistiamo alla scena di Mitzi-Bitzi, un cagnolino al quale la proprietaria, in occasione dell'inaugurazione dello Chateau Poochie, un hotel/SPA per cani, ha fatto adattare a collare un braccialetto del valore di 118.000 dollari giustificandosi dicendo "lei è' così' speciale"!

Nel medioevo come oggi, noi ci comportiamo con i cani come se questi avessero pensieri, sentimenti e desideri uguali ai nostri.

E adesso appioppiamo loro le nostre stesse malattie, facendo salivare le case farmaceutiche allo stesso modo in cui sbavavano i cani di Pavlov.

Per cui, quando mi sento chiedere dal "guru" di turno qual è la mia etica cinofila, orgogliosamente rispondo che il mio cane lo strozzo col collare "a scorrimento" ogni santo giorno e quando mi sento chiedere perché,  rispondo "perché' è un cane, e lo amo per quello che è". 

Nota: I nomi dei farmaci citati in questo scritto sono volutamente omessi.

Con fiducia, rispetto e collaborazione.

Diana Donatoni

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giovedì 14 agosto 2014

I cani sono gelosi?

Gelosia: Sentimento di chi ha paura di vedersi sottratto l'oggetto del proprio amore.


La gelosia viene spesso indicata come un sentimento umano che implica una complicata concatenazione di processi cognitivi; prendiamo ad esempio una situazione che mi succede spesso:

Durante la passeggiata, io e Elsa (golden retriever di 4 anni), incontriamo un altro cane (con padrone). Elsa e l’altro cane si riconoscono come amici e interagiscono giocando e rincorrendosi. Quando il gioco si calma, l’altro cane può venirmi vicino, io mi abbasso e inizio ad accarezzarlo; a questo punto Elsa si mette in mezzo e col muso sul mio braccio indica che vole essere accarezzata.

Se il comportamento sopra descritto si può descrivere come gelosia, questo implica una serie di circostanze:

1 l’affezione di Elsa nei miei confronti
2 la percezione dell’altro cane come possibile rivale
3 il riconoscimento delle carezze all’altro cane come indice di affezione
4 la costruzione di un immagine mentale in cui l’oggetto dell’affezione (io) le viene portata via dal rivale
5 l’attuazione di un’azione volta alla risoluzione dell’allontanamento del rivale

In termini di psicologia cognitiva, vengono attivati processi di pattern recognition, associazione, percezione, problem solving e immagini mentali, conditi da un linguaggio molto eloquente.

Se ci atteniamo alla definizione di gelosia indicata qui sopra, Elsa sembra abbia paura di vedersi sottratto l’oggetto del proprio amore, quindi è all’apparenza gelosa.

In realtà ci sono altri momenti in cui il comportamento di Elsa richiama l’idea della gelosia, non solo nel confronti di un altro cane ma anche nei confronti della mia compagna, dove arriva ad abbaiare animatamente quando ci vede abbracciati o ci baciamo.

Molti proprietari di cani segnalano comportamenti analoghi, ma fino ad ora non c’è mai stato uno studio vero e proprio sulla gelosia nei cani.

Il 23 luglio 2014 è stato pubblicato sulla (autorevole) rivista di psicologia Plos One un’interessante studio sulla gelosia nei cani.

Per motivi di sicurezza e di controllo non sono stati usati come “possibili rivali” altri cani, ma tre oggetti: un finto cane, un giocattolo e un libro per bambini. I padroni dei cani dovevano interagire con i vari oggetti e osservatori neutrali (che non conoscevano lo scopo del test) hanno riportato i comportamenti dei cani.

Con mia sorpresa, i cani hanno mostrato una maggiore attenzione verso il cane finto, arrivando ad annusare il didietro dello stesso (87% dei cani esaminati), il che implica una capacità di astrazione e costruzione di un’immagine mentale sorprendente.

Senza avere alcuna pretesa di scientificità, ho visto comportamenti analoghi da parte di gatti e cavalli, gli animali che sono storicamente più a contatto con l’uomo. Mi piacerebbe tuttavia capire se tali comportamenti sono in qualche modo indotti dall’uomo o siano presenti in natura in animali slegati dall’esperienza umana. L'etologia classica non si è soffermata sull'etologia, come dicevo la gelosia è sempre stata considerata un'esperienza tipicamente umana, e del resto si corre sempre il rischio di volere a tutti i costi vedere negli animali qualcosa di simile noi stessi, in contrapposizione forse alla vecchia concezione di vederli come semplici "oggetti".

“Noi non vediamo gli animali come esseri con una morale. Ma pensate che gli animali vedano noi come esseri con una morale? Un animale che potesse parlare direbbe: ‘L’umanità è un pregiudizio di cui, perlomeno, noi animali siamo privi’” - 
Friedrich Nietzsche

Con fiducia, rispetto e collaborazione.

Per visionare lo studio: http://www.plosone.org/article/info%3Adoi%2F10.1371%2Fjournal.pone.0094597

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giovedì 13 marzo 2014

Le razze pericolose dei cani e i loro padroni

Si fa un gran parlare di razze pericolose di cani.

Tiuttavia, poiché i cani, tutti i cani, non sono né buoni, né cattivi, né tantomeno pericolosi, e il loro comportamento dipende da come vengono gestiti, eccovi un elenco di razze pericolose… di padroni di cani:


- quelli che adorano i cani, basta lavarsi le mani dopo averli toccati
- quelli che comprano il cane perché è uscito il film
- quelli che desidererebbero tanto un cane ma non hanno lo spazio
- quelli che il loro cane ha tanto spazio e quindi non stanno mai con lui
- quelli che non vogliono il cane perché fa i bisogni sul tappeto
- quelli che il cane abbaia, ed è un problema
- quelli che sterilizzano il cane, così diventa meno aggressivo. Anche se è una femmina.
- quelli che non sterilizzano il cane perché è una crudeltà, e poi abbandonano i cuccioli in autostrada
- quelli che i Pitbull dovrebbero essere proibiti
- quelli che hanno un Pitbull perché è cattivo e fa figo
- quelli che drogano i cani perché hanno dei problemi psicologici (i padroni, intendo)
- quelli che si drogano e vanno in giro con i cani
- quelli che non portano il cane dal veterinario
- quelli che il collare no, la pettorina! E poi non portano mai il cane a fare una passeggiata
- quello che il loro cane senza bocconcini non fa niente
- quelli che tengono a digiuno il cane perché altrimenti i bocconcini non li vuole
- quelli che danno al cane le proteine del latte perché è stressato
- quelli che stressano il cane
- quelli che non danno comandi al cane, ma “suggerimenti di comportamento”
- quelli che urlano sempre al cane, perché così capisce
- quelli che il loro cane fa solo quello che vuole lui
- quelli che il loro cane è viziato
- quelli al cane danno caffellatte e biscottini al cioccolato
- quelli che non viziano il loro cane, o almeno così dicono
- quelli che sanno come educare un cane perché lo hanno visto in TV
- quelli che sanno come educare un cane perché hanno letto un libro
- quelli che sanno come educare un cane perché hanno dei figli
- quelli che il cane è come mio figlio
- quelli che fanno infatti dormire il figlio nella cuccia
- quelli che “can che abbaia non morde”, e si ritrovano al pronto soccorso con 10 punti e l’antitetanica
- quelli che tolgono la ciotola al cane tutte le sere mentre mangia, così impara chi è il padrone
- quelli che il cane è il padrone di casa
- quelli che i segnali calmanti
- quelli che i segnali calmanti assolutamente no!
- quelli che i segnali calmanti: “Uh?”
- quelli che su Facebook scrivono che sono Educatori Cinofili perché hanno seguito un corso
- quelli che non hanno mai seguito un corso
- quelli che farebbero meglio a seguire un corso
- quelli che non hanno mai avuto un cane ma ti danno dei consigli
- quelli che i consigli non li accettano perché conoscono il loro cane


I nostri amici animali sono veramente molto pazienti con noi, ma forse non dovremmo approfittarne così tanto ;)

Con fiducia, rispetto e collaborazione.

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