lunedì 29 aprile 2013

Siamo noi a umanizzare i nostri cani o i nostri cani si stanno effettivamente umanizzando?

E' giusto trattare gli animali come esseri umani, o in realtà sono più umani di quello che possiamo pensare?

Sul tema voglio riportare la mia ultima esperienza notturna.

Il mio nucleo familiare (o branco) è composto da un cane, Elsa, golden retriever,  da 3 gatti di razza non ben definita e da Andrea, umano meticcio milanese - friulano con qualche derivazione asburgica. Oltre alla sottoscritta, ovviamente.

Per carattere ed educazione, ho sempre creduto giusto trattare i membri della mia variegata squadra secondo il rispetto dovuto alle loro specifiche di razza per cui, prescindendo dall'immenso amore che provo per loro, il cane è un cane, i gatti sono gatti e l'Andrea è l'Andrea.

Questa profonda convinzione ha cominciato a dimostrare delle  altrettanto profonde crepe quando mi sono resa conto che, nei confronti del cane, l'Andrea e io ci apostrofavamo come "papà" e "mamma", oppure quando, dopo 2 anni e mezzo di perfetta gestione degli ambienti e degli spazi a ciascuno riservati, il cane, che nel frattempo ha raggiunto il considerevole peso dei 30 kg, ha incominciato a dormire con noi nel lettone, invertendo paradossalmente un cammino che prevederebbe il percorso contrario (lettone - cuccia vicino al lettone - altra stanza).


A questo punto il dubbio mi è parso più che legittimo:  sono io che sto rimbecillendo e mi ritrovo a ricoprire atteggiamenti che non ho mai considerato miei  o qualcosa nel rapporto umano - non umano è cambiato?

La risposta è arrivata, nella sua semplicità e luminosità, stanotte ed è durata tutta la notte!!!!

In genere il letto, all'ora di coricarsi, si trasforma in un ordinato groviglio di corpi che variano numericamente da un minimo di 2 a un massimo di 5 esseri dormienti.
Esiste una religiosa disposizione delle creature nelle notti di massima affluenza (in genere le più fredde dell'inverno): i 2 umani in posizione verticale (o quasi) alle estremità, il cane in posizione orizzontale acciambellata sul fondo del letto, 1 gatto nel mezzo sopra le coperte e un altro gatto rigorosamente infilato sotto le coperte. 

A questo rito si frappongono delle interruzioni dovute al fatto che l'Andrea, per lavoro, si sposta piuttosto di frequente con delle assenze che durano più giorni. La camera da letto in quelle occasioni diventa quindi improvvisamente più ampia e il lettone guadagna uno spazio che solitamente è occupato da un omone alto 1.90 e dal peso proporzionato.

Ebbene, per il primo periodo di dormienza su letto, il cane, anche nei gg di assenza dell'Andrea, ha mantenuto la sua posizione acciambellata orizzontale ai piedi del letto. Anche alcuni momenti di mia estrema coccolite che facevano risalire Elsa verso la zona cuscini rientravano regolarmente quando, dopo essersi fatta ben bene spupazzare, la "cana" ritornava inesorabilmente al suo posto ai piedi del lettone.

Passato un pò di tempo, nelle notti di assenza di Andrea, la posizione di Elsa è cambiata, si è fatta più... "appiccicosa", predilegendo lo schiena a schiena con la sottoscritta ma sempre nella parte medio - bassa del letto.

Ieri notte la folgorazione: l'Andrea in Germania, io a letto relativamente presto perchè il giorno dopo si lavora e la Elsa..... addormentata inesorabilmente su un fianco, muso a muso con la mia faccia, la testa sprofondata nel cuscino dell'Andrea, il respiro pesante e regolare dell'umano addormentato e, ogni tanto, un sospiro o un biascichio di soddisfazione.
E' stata una notte strana dove, ad ogni risveglio notturno mi immaginavo di trovare la faccia dell'Andrea e invece vedevo il muso della Elsa nella stessa identica posizione dell'Andrea e con la sua stessa identica espressione.

Da lì ho capito che un po' ci mettiamo noi del nostro per rendere i nostri amici pelosi il più possibile rassomiglianti a piccoli omini in miniatura, dall'altro il cane, la cui intelligenza non è più messa in discussione da anni (rimane il discorso dell'anima, ma quella è un'altra storia) ha capito che a fronte di modesti ridimensionamenti della sua libertà, può usufruire di indubbi vantaggi e rivendicare con sonore ronfate sul cuscino dell'Andrea la sua "umanità".

Diana Donatoni

Con fiducia, rispetto e, collaborazione. :)

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domenica 21 aprile 2013

Il tuo cane... è intelligente?


Ho sempre pensato che l'intelligenza sia sopravvalutata: non fa diventare ricchi, non fa avere successo con le ragazze, né tantomeno se sei una ragazza, essere intelligente, ti fa avere successo con i ragazzi ;)


L'intelligenza dei cani è stata per lungo tempo oggetto di discussione: fino a non molto tempo fa si riteneva che non ne avesse, ma che il suo comportamento fosse solo frutto dell'istinto; in realtà c'è ancora qualcuno che se lo chiede, anzi lo chiede a Google, provate a digitare "cani: istinto o intelligenza" per credere.

Si è ritenuto anche che il chiedersi se il cane abbia o meno l'intelligenza sia inutile; quello che è importante è vedere come si comporta in base agli stimoli ambientali, come se fosse una macchinetta.

Per quanto possa sembrare assurda quest'ipotesi, la teoria comportamentalista di Skinner, bandiera dei "gentilisti" ha tenuto banco fino a poco tempo fa, e ancora adesso Victoria Stillwell svela il suo grande segreto: il bocconcino ;)

Oggi si ritiene generalmente che la mente del cane non sia molto diversa dalla nostra, al punto che ci si sente autorizzati all'uso di psicofarmaci "umani" per risolvere eventuali "disturbi", senza una particolare sperimentazione sui cani stessi, con esiti devastanti.

E' oggi comunemente accettato che la mente del cane sviluppi processi cognitivi: attenzione, percezione, memoria, problem solving, linguaggio, emozioni…

L'intelligenza, legata alle varie funzioni cognitive, è un processo adattivo:

(da Wikipedia) "L'intelligenza può essere vista come la capacità di gestire ed elaborare le informazioni, i ricordi e i dati percettivi in modi tali da permettere il raggiungimento dei propri obiettivi e la previsione e prevenzione o risolvimento di situazioni future negative (ovvero contrastanti coi propri scopi, desideri e preferenze). L'intelligenza pratica è la capacità di agire in modo appropriato alle situazioni. "

I cani quindi possiedono intelligenza.

Un interessante studio ha verificato la relazione fra addestramento e intelligenza.

Il padrone del cane e un ricercatore sono in una stanza col cibo, il primo offre al cane una ciotola con qualche bocconcino, il secondo una ciotola piena di leccornie. I cani addestrati lasciano perdere le lusinghe e i richiami del padrone e si dirigono verso la ciotola più piena, i meno addestrati vanno verso il padrone anche se riceveranno un pasto più scarso.

In pratica: più il cane è addestrato, più sviluppa intelligenza, più sviluppa intelligenza, più il cane diventa autonomo nelle decisioni e meno legato al padrone.

Paradossalmente, più il cane è intelligente, meno è ubbidiente ;)

Questo potrebbe consolare i tanti proprietari di cani "disubbidienti", tuttavia non dobbiamo dimenticare che non è l'intelligenza o l'addestramento in sé stesso, né tantomeno eventuali ricompense in bocconcini che legano a noi il nostro cane, ma la relazione collaborativa basata su reciproca fiducia e rispetto.

La domanda che dovremmo farci non è tanto "quanto è intelligente il nostro cane?", bensì "cosa facciamo per mantenere viva e soddisfacente la relazione con il nostro cane?".

Con fiducia, rispetto e, collaborazione. :)

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martedì 16 aprile 2013

Perché il cane abbaia dietro al cancello?

A tutti è capitato di passare davanti a un cancello di un giardino insieme con il nostro amico a quattro zampe e spaventarsi perché improvvisamente un cane salta fuori abbaiando furiosamente.


E a tutti è capitato che, mentre si passeggia tranquillamente un cane dall'altra parte della strada inizia a tirare disperatamente il guinzaglio per venire da noi abbaiando e ringhiando.

Perché?

Andiamo con ordine. La spiegazione più tradizionale per il primo caso è la territorialità.

I cani, o almeno alcuni cani e razze, sono territoriali; questo comporta che il cane tende a difendere il suo territorio, come fa ad esempio il lupo, suo stretto parente.

E qui mi viene il primo dubbio.

Perché di documentari sui lupi ne ho visti tanti, di libri e articoli sui lupi altrettanti, e non ho mai visto i lupi comportarsi così.

Mi viene poi un altro dubbio: se il cane si comportasse in questo modo per difendere il territorio, una volta attraversato il cancello ed entrati nel giardino, dovremmo essere attaccati.
In realtà questo solitamente non succede. Anzi: nella maggior parte dei casi il cane si avvicina festosamente per farsi fare le coccole e conoscere il nostro amico peloso.

Veniamo al secondo caso: il cane che incrociamo per la strada vede il nostro Fido e cerca di tirare il padrone per avvicinarsi, quindi scartiamo subito la paura perché in questo caso cercherebbe di allontanarsi da noi.

Tipicamente questo comportamento viene descritto come "lotta gerarchica", cioè i cani devono, sempre, decidere chi sta "sopra" e chi sta "sotto", come i lupi che lottano per stabilire chi è il maschio alfa.

Noi tuttavia sappiamo dai recenti studi sui lupi che le lotte per la leadership non sono poi così comuni, e mi chiedo perché il piinscher che ho incontrato l'altro giorno voleva ingaggiare una lotta per la leadership con la mia golden retriever...

Le rare lotte per la leadership nei branchi di lupi sono ancora più rare nei cani di diverso sesso, e soprattutto i nostri due cuccioloni non fanno parte dello stesso branco, volendo considerare le nostre famiglie come branchi.

Allora perché i cani abbaiano e ringhiano quando sono al di là del cancello o si incontrano per strada?

La scala di Maslow ci dice che i bisogni si dividono in tre categorie:

  • Di sopravvivenza
  • Sociali
  • Di auto-realizzazione

Come abbiamo visto, possiamo scartare i bisogni di sopravvivenza: i cani tendono ad avvicinarsi e non ad allontanarsi, quindi non è paura. Non è neppure difesa territoriale, i cani e i lupi in natura tendono semplicemente a stare lontani o attaccare come ultima risorsa senza abbaiare e ringhiare.

Non vedo come abbaiare furiosamente possa portare auto-realizzazione, così rimane il bisogno di socializzazione.

Quindi sembrerebbe che il cane che abbaia dietro al cancello o dall'altra parte della strada vuole solo fare amicizia.

In effetti questo spiega perché la maggior parte dei cani trattenuti al guinzaglio abbaiano furiosamente, se lasciati liberi si avvicinano, si annusano ed, eventualmente, giocano allegramente; spiega anche perché se si apre il cancello e noi entriamo, il cane ci viene incontro festoso.

Purtroppo le cose non sono così semplici: i bisogni non soddisfatti portano frustrazione, che a lungo andare a sula volta può portare aggressività. E' possibile infatti che il cane possa associare la presenza di un suo simile al non-soddisfacimento dei suoi bisogni e quindi frustrazione.

Una condizione normale (il cane vuole fare amicizia) diventa quindi una condizione patologica (il cane diventa aggressivo).

La socializzazione è l'esperienza fondamentale per il cane, sia quando è cucciolo, sia nella vita adulta; alcuni tipi di aggressività non spiegabili altrimenti, potrebbero essere semplicemente sintomi di mancanza di socializzazione.


Per saperne di più:

I bisogni del cane
Il cane e la frustrazione

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lunedì 8 aprile 2013

Il cane è aggressivo o semplicemente frustrato?

I "cani aggressivi" sembrano essere di moda; ho conosciuto cani allegri e spensierati, desiderosi di giocare festosamente essere definiti "aggressivi".

Ho visto cuccioli di 3/5 mesi gioiosamente iperattivi definiti "aggressivi" e "irrecuperabili" per la loro tendenza a mordicchiare.

Ho ricevuto testimonianze di cani perfettamente sani e tranquilli, portati a scopo di test da "esperti comportamentali", definiti "fobici" e "ansiosi".

Ho visto "esperti comportamentali" aver paura di cani che saltavano su e giù per fare le feste e giocare.


Ho anche visto cani mordere seriamente esseri umani e attaccare altri cani o  altri animali.

Prima di parlare del perché un cane è "aggressivo", vorrei definire meglio cosa si intende per aggressività e mettere qualche "puntino sulle i".

1 - non esistono "cani aggressivi". 
Esistono cani che in determinate circostanze, in determinati ambienti, mostrano un "comportamento aggressivo".

2 - l'aggressività, nel cane come nell'uomo, è un comportamento anomalo e asociale.

3 - la dominanza non è un tipo di aggressività:
La Dominanza è un comportamento quantitativo e quantificabile visualizzata da un individuo con la funzione di ottenere o mantenere l'accesso temporaneo a una particolare risorsa in una particolare occasione, contro un avversario particolare, senza incorrere in lesioni alle parti. Se una delle parti provoca ferimenti, il comportamento è aggressivo e non dominante. (Roger Abrantes)

4 - L'istinto predatorio non è una forma di aggressività.
Da Wikipedia: "Istinto o comportamento innato è la tendenza intrinseca di un organismo vivente di eseguire un particolare comportamento."
La predatorietà è quindi una funzione adattiva comune a tutti i cani, non un comportamento anomalo e antisociale.

5 - la difesa del territorio e del branco non sono per definizione manifestazioni di aggressività.
Sono reazioni a uno stimolo. La difesa è una funzione sociale, col cessare dello stimolo, cessa la risposta comportamentale.

6 - La paura può provocare un comportamento aggressivo.
Quando si è minacciati, l'istinto di sopravvivenza prende il controllo comportamentale. Non è una condizione "normale", bensì una risposta a un evento straordinario.
Secondo la teoria di Maslow, la sopravvivenza è al primo posto, i bisogni sociali quindi non vengono considerati. L'asocialità e la non "normalità" del comportamento dettato dalla paura permette di descriverlo come "aggressività".

Veniamo quindi alla tematica proposta nel titolo:

7 - La frustrazione provoca aggressività. 
Secondo Dollard "alla base di un comportamento aggressivo (risposta) vi è sempre un evento frustrante (stimolo)".

 (Dollard J., Miller N.E., Doob L.W., Mowrer L.H., Sears R.R, (1967) Frustrazione e aggressività.)

Che cosa è esattamente la frustrazione?

Da Wikipedia: Con il termine frustrazione s'intende quello stato psicologico derivante da un mancato o inibito bisogno dovuto a cause esterne o a cause endogene ovvero lo stato psichico in cui ci si viene a trovare quando si è bloccati o impediti nel soddisfacimento di un proprio bisogno o desiderio.

Riprendiamo ancora una volta la teoria dei bisogni di Maslow:

- bisogni di sopravvivenza
- bisogni sociali
- bisogni di autorganizzazione

Abbiamo detto che la paura è determinata dal non soddisfacimento dei bisogni di sopravvivenza; un cane che ha paura è quindi frustrato e quindi aggressivo.

Ci sono casi dove la relazione fra aggressività e frustrazione è più sottile; quando due cani al guinzaglio si incrociano per strada si manifestano sovente comportamenti aggressivi.

Perché?

Una teoria abbastanza classica spiega questo fenomeno con la necessità dei cani di stabilire una gerarchia.

Non mi sento di escludere totalmente questa spiegazione, tuttavia ci sono delle difficoltà:

La gerarchia è una funzione naturale dei gruppi sociali, ad esempio il branco di cani.
Poiché i due cani che si incontrano per strada non fanno parte dello stesso branco,  i casi di aggressività si verificano anche fra individui maschi e femmine, i conflitti fra potenziali individui "alfa", specialmente di diverso genere, sono piuttosto rari.

Gli animali, in natura, cercano il più possibile di evitare gli scontri, perché l'esito non è mai certo e difficilmente non comportano rischi per entrambe le parti.

Un'altra spiegazione viene dalla prossemica. Due cani che si incrociano per la via, difficilmente si avvicinano frontalmente, ma eseguono dei cerchi e si avvicinano lateralmente.

Forzando con il guinzaglio l'avvicinamento frontale possiamo effettivamente creare qualche problema di stress ai nostri amici pelosi.
Tuttavia, in questo caso, la reazione dei cani dovrebbe essere di allontanamento dalla causa di stress e non di avvicinamento: se non ci piace qualcosa o una situazione, cerchiamo di allontanarci, non di avvicinarci a essa.

I nostri amici a quattro zampe fanno di tutto invece per avvicinarsi, anche se talvolta ringhiando e abbaiando.

Perché?

Consideriamo i bisogni sociali di Maslow. I cani sono animali sociali, esattamente come noi, e hanno "bisogno" di stare insieme agli altri; ecco quindi che risulta spiegabile perché due cani che si incrociano per la strada vogliono avvicinarsi.

Probabilmente vogliono semplicemente conoscersi e fare amicizia!

Perché quindi possono scatenarsi manifestazioni di aggressività?
Se noi tratteniamo il cane e gli impediamo di avvicinarsi, di fatto inibiamo il suo bisogno di socialità.
Come abbiamo visto, la teoria di Dollard implica che i bisogni inibiti, repressi, portano a frustrazione, e la frustrazione porta ad aggressività.

Quindi, dobbiamo sempre lasciare avvicinare i cani per permettere loro di fare amicizia e soddisfare i bisogni sociali?

Purtroppo non è sempre possibile :(

Possiamo incontrare un cane che ha fatto poca socializzazione da cucciolo, o addirittura non l'abbia fatta per niente, che ha giocato poco con i suoi simili e che quindi non ha imparato come comportarsi "in società".

A lungo andare la frustrazione diventa da "fisiologica" a "patologica", uno stato permanente della mente del cane per cui il solo vedere un suo simile provoca frustrazione e quindi aggressività.

Cosa possiamo fare se incontriamo un cane che presenta un comportamento aggressivo?

Per qualcuno, è facile capire istintivamente le reali intenzioni dei cani, per molti può non essere così naturale. Gli etologi hanno cercato di catalogare i vari comportamenti creando gli "etogrammi"; Turid Ruugas ha dedicato la sua vita a studiare i segnali calmanti dei cani. Certo, nulla vale come la sensibilità e l'esperienza, ma iniziare da qui non fa male.

Cosa possiamo fare se il nostro cane presenta un comportamento aggressivo?

La socializzazione e il gioco per il cane è probabilmente la miglior cura: un cane socializzato che gioca con i suoi simili è più sicuro di sé, ha meno paura ed è meno frustrato, quindi meno aggressivo.

Per saperne di più:

I bisogni del cane
Analisi comportamentale e etogramma del cane
La Matrice Comportamentale del cane

Con fiducia, rispetto e, collaborazione. :)

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