venerdì 29 marzo 2013

Arousal e eustress: se li conosci, non li eviti! :)

Ci sono delle parole che di tanto in tanto vanno di moda; sicuramente una di queste è "arousal".

Ho letto tante discussioni su Facebook riguardo a questa parolina magica: alcuni criticano addestratori tradizionali perché "fanno venire l'arousal al cane", altri che dicono che "quando si torna a casa è meglio non portare fuori il cane a fare una passeggiata perché se no sale l'arousal e il cane rimane agitato", altri non portano il cane in area cani perché "si agita" e così via.

Che cosa è l'arousal?

Da Wikipedia: l’Arousal è uno stato fisiologico e psicologico consistente nell’essere svegli e reattivi agli stimoli. L’Arousal comporta l’innesco del sistema di attivazione reticolare nel tronco
cerebrale, il sistema nervoso autonomo e il sistema endocrino, con conseguente aumento della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa e una condizione di vigilanza sensoriale, la mobilità e la prontezza di risposta.

Perché succede questo?

L'arousal è una risposta adattiva all'ambiente.

Immaginiamoci una decina di migliaia di anni fa, noi e il nostro compagno a quattro zampe a caccia nella savana; le alternative allora erano piuttosto semplici: mangiare o essere mangiati.

E' chiaro che se i nostri avi in quella situazione fossero stati calmi e sonnecchianti, probabilmente l'uomo e il cane si sarebbero estinti subito.

L'arousal ha permesso loro di essere più attenti, di percepire meglio suoni, odori, di vedere in modo più accurato. La mente ragiona meglio e gli eventuali problemi vengono risolti più velocemente.

Naturalmente questo ha un costo dal punto di vista energetico; non è possibile mantenere questo stato di allerta a lungo, le risorse di glucosio disponibili per alimentare il cervello vengono esaurite in breve tempo. Se la condizione ambientale rimane, il cervello produce cortisolo, l'ormone che si occupa di procurare energia nel medio periodo.

Questo stato viene chiamato Eustress, dal greco "giusto stress"; è una condizione fisiologica definita anche "sindrome di adattamento".

Se lo stato di allerta permane nel tempo o supera certi livelli di intensità, la condizione da "fisiologica" diventa "patologica" e diventa distress, ovvero lo stress vero e proprio, negativo, dannoso.

A lungo andare, il distress provocato dall'eccessivo arousal porta a stati ansiogeni, crisi di panico, paura senza una causa identificabile, e aggressività.


Se osserviamo la curva che descrive il rapporto fra arousal e performance nella legge empirica di Yerkes–Dodson, notiamo che esiste un periodo di tempo, una "zona", in cui si ha il massimo della performance: migliore attenzione, percezioni etc.
Questo è lo stato dove un predatore, una preda, uno sportivo, uno studente, o il nostro amico peloso ottiene il massimo rendimento.

Questa zona è ben conosciuta e ricercata da tutti gli sportivi, è la capacità di lavorare al massimo delle potenzialità senza particolare sforzo percepito, accompagnata da una sensazione di benessere e euforia.
I maratoneti la chiamano "running high", generalmente viene definita come "essere in Zona".

Gli atleti sanno che esagerare non fa bene, porta a stress, infortuni, e soprattutto non fa progredire (burnout); per questo spesso usano l'espediente dell'interval training, ovvero fra una mini-sessione del lavoro e l'altra inseriscono una pausa, sostanzialmente per calmarsi e diminuire l'arousal. I risultati sono sorprendentemente migliori.

E' interessante inoltre utilizzare la curva caratteristica dell' arousal per creare quelli che nella Programmazione Neuro Linguistica si chiamano "ancoraggi".


Nella PNL si definisce "ancora" un evento fisico (suono, tocco, immagine…) che viene associata a una situazione caratterizzata da una certa sensazione o emozione.

L'ancoraggio è riconducibile al condizionamento classico di Pavlov: quando al cane viene dato da mangiare si suona un campanello, dopo qualche ripetizione la mente del cane associa al suono del campanello l'idea del cibo. Il suono richiama le sue emozioni e sensazioni riguardo al mangiare, anche senza che il cibo sia effettivamente presente.

Nella PNL si usano gli ancoraggi a scopo terapeutico: per smettere di fumare, interrompere una crisi di panico o uno stato ansiogeno e altro.

Nell "clicker training" usato nell'addestramento cinofilo, il "click" è un'ancora.

Nella PNL, il momento migliore per eseguire un ancoraggio è quando lo stato di eustress è quasi al culmine, facendolo seguire da un ritorno alla calma, qualcosa di molto simile all'interval training degli sportivi.

Eseguito in quel particolare momento l'ancoraggio ha la massima efficacia.

Ora, se mettiamo insieme tutti i nostri discorsi, possiamo constatare che la condizione genericamente e impropriamente definita da molti "arousal" è un insieme complesso di situazioni di stress e attivazione di funzioni cognitive (attenzione, percezione, problem solving, ragionamento) che nell'addestramento o nell'educazione cinofila va assolutamente ricercato e utilizzato per ottenere il massimo del rendimento, che sia in un contesto di "obedience", di "agility", "Utilità e Difesa" o semplice educazione.

Naturalmente è altrettanto importante conoscere, e non superare mai, in termini di intensità o durata, i limiti che portano da una condizione fisiologica di eustress a una condizione patologica di distress.

Facciamo un esempio pratico di quello che ci siamo detti.

Per eseguire il seguente esercizio in sicurezza, occorre che sia già instaurato un corretto rapporto di fiducia e rispetto col cane e che Fido conosca e applichi senz'indugio il comando "lascia".
Se le condizioni qui sopra non si possono verificare, non eseguite l'esercizio perché vi potete fare male!


Esercizio: come creare un ancoraggio e utilizzarlo.

Serve: un fischietto, un treccino, un cane.

Per molti cani l'eccitazione derivata dal gioco del "tira tira" col treccino è un'emozione molto piacevole; noi possiamo "ancorarla" per utilizzarla in seguito.

1 - Creare uno stato di eccitazione controllata

Stimoliamo il cane col treccino e portiamo l'eccitazione fino a un certo punto di "massima eccitazione", ma sempre controllabile.

2 - Creiamo l'ancora

Quasi al massimo dell'eccitazione soffiamo nel fischietto, dopo un istante ci fermiamo e diamo il comando "lascia".

3 - Lasciamo passare qualche secondo, in modo che Fido riprenda fiato (diminuzione arousal)

4 - Ripetiamo i punti da 1 a 3 per 8/10 volte

Una volta creata l'ancora la possiamo utilizzare in vari modi:
  • Il cane si allontana troppo in una passeggiata senza guinzaglio ed è troppo concentrato su un odore particolarmente invitante per tornare indietro. 
  • Il cane presenta un comportamento ossessivo-compulsivo: ad esempio si rincorre e morde la coda.
  • Il cane abbaia disperatamente a qualsiasi persona o animale passi in strada.
  • ...
Il fischio letteralmente sostituisce al pensiero presente nella mente del cane (che lo allontana da noi) la sensazione piacevole provata col treccino (che lo avvicina a noi), Fido quindi si distrae e diventa disponibile alla comunicazione.

Non è indispensabile usare un fischietto: semplici fischi con la bocca, giochini che fanno "squeak", dischi di Fisher o altro vanno bene.

Non è altresì indispensabile usare un treccino, il bocconcino può andare bene, ma in certi casi, con certi cani, crea una sensazione/emozione troppo debole per contrastare l'eventuale pensiero su cui il cane è concentrato: è necessario che il cane desideri con tutto sé stesso quel bocconcino e sia eccitato all'idea di ottenerlo.

Per altri cani il semplice contatto col padrone, qualche carezza o grattatina può funzionare in modo ottimale.

E' importante anche che l'ancora utilizzata sia univoca, quindi usata solo per ricordare quella particolare sensazione/emozione; e che sia "ecologica", cioè facilmente disponibile in qualsiasi circostanza. Se scegliete un pinguino che fa "squeak", dovete portarvelo in giro sempre ;)

Un'ultima considerazione, quanto descritto sopra non è un gioco, state lavorando sulla mente del cane, fatelo con rispetto :)

Con fiducia, rispetto e, collaborazione. :)

Scarica gratuitamente i podcast del "Guinzaglio invisibile"!



Sito web "il guinzaglio invisibile"
email: info@ilguinzaglioinvisibile.it

Il libro "Dog 3.0 - il guinzaglio invisibile" è disponibile su Amazon.it


martedì 19 marzo 2013

A che gioco giochiamo? Il gioco dei cani secondo Mark Bekoff

Chi segue questo blog sa che a volte le tesi di Mark Bekoff, specialmente quelle riguardanti dominanza e gerarchia, vengono qui ritenute piuttosto semplicistiche e fuorvianti.

Tuttavia Mark Beckoff rimane comunque uno dei più importanti studiosi del comportamento animale, e il suo lavoro sul gioco dei cani è sorprendentemente illuminante.

I cani si adattano facilmente alle regole di casa; quando un cane infrange una di queste regole, spesso si ha l'impressione che sappia in qualche modo di stare facendo qualcosa di sbagliato.

Ad esempio, la regola dice di non rubare il cibo dalla tavola, il cane può aspettare che noi siamo distratti e si avvicina furtivo alla tavola. Se viene colto in flagrante, solitamente non scappa, ma anzi si avvicina e, chinando la testa sembra quasi che chieda perdono.

Mark Bekoff parla di morale, di etica, ma indipendentemente da questi termini che sono più frutto di considerazioni personali, vediamo tecnicamente come si sviluppa questo comportamento.

I cuccioli giocano.

Chi vede 4 o 5 cuccioli giocare per la prima volta quasi si spaventa dalle ringhiate, dal mostrare i denti, dai morsi. In realtà, quando i cani vengono richiamati tutti trotterellano dai padroni con aria felice.

Il gioco è stato spesso visto come un allenamento alla lotta, alla caccia, ma secondo Bekoff non è il principale motivo: il gioco serve a imparare come vivere in società.

Il gioco, secondo Bekoff ha tre regole fondamentali:

Comunicare chiaramente.

Quando un cane vuole giocare, per dichiarare le proprie intenzioni, usa il "segnale universale di gioco", ovvero allunga le zampe anteriori, abbassa la testa, alza il posteriore e muove la coda festoso.

Il segnale universale di gioco

Questo segnale è usato da praticamente tutti i cani, dai lupi e dai coyote. Con questo segnale si dichiara che il successivo comportamento non è da considerarsi una minaccia ma, appunto, è solo un gioco.

Attenzione alle buone maniere.

Il gioco è bello quando rimane un gioco. Se un cane esagera ci possono essere due segnali: il guaito o un abbaio di avvertimento. Con questi segnali i cani si dicono: "ehi, amico, vacci piano, così fai male!".

A volte il gioco può sembrare violento

Ammettere quando si sbaglia.

Il cane che ha evidentemente esagerato spesso ripete il segnale di gioco, come per "scusarsi" e rilanciare la sua intenzione di non fare del male: "scusa fratello, non era mia intenzione, starò più attento, giochiamo ancora?"

Piccola pausa per chiarirsi e riprendere fiato

Questo comportamento permette al cane di capire fino a che punto può spingersi senza infrangere le regole del vivere in società.

Ecco perché è così importante, quando si adotta un cucciolo, partecipare alle classi di socializzazione; il modo migliore per insegnare la buona educazione al nostro piccolo Fido è quello di farglielo insegnare dai suoi simili.

Più il cane gioca, più è "socializzato". Più Fido impara a sottostare alle regole "sociali", meno problemi avrà nella vita con i suoi simili, e meno problemi avremo noi nella sua gestione.

Non solo i cuccioli giocano. Con l'avanzare dell'età il gioco può diventare meno violento, meno fisico, ma è sempre un segnale di buon equilibrio del cane.

La cosa peggiore che possiamo fare al nostro compagno a 4 zampe (e a noi stessi) è aver paura a lasciarlo avvicinare ai suoi simili.

E' vero naturalmente che è possibile incontrare cani "poco educati". Proviamo allora a interpretare i segnali del possibile amico di Fido e vediamo se ci lancia un "segnale universale di gioco"; in tal caso lasciamoli pure giocare :)

Clicca qui per leggere l'articolo di Marc Bekoff su Scientific American.

Un sentito grazie a Sylvie e Matteo per il permesso di usare le fotografie.

Con fiducia, rispetto e, collaborazione. :)

Scarica gratuitamente i podcast del "Guinzaglio invisibile"!



Sito web "il guinzaglio invisibile"
email: info@ilguinzaglioinvisibile.it

Il libro "Dog 3.0 - il guinzaglio invisibile" è disponibile su Amazon.it


lunedì 11 marzo 2013

Le dinamiche di un branco di lupi nella famiglia con animali domestici

Sui branchi di lupi si è detto molto, e molto si discute sull'attitudine dei canidi, in particolare dei cani "domestici", di formare un branco.

Addirittura, come Coppinger, c'è chi afferma che i cani non formano branchi: nel suo studio sui "cani da villaggio" sull'isola di Pemba (Tanzania) i cani sono più singolarmente legati all'attività umana che fra di loro, un fenomeno equivalente ai cosiddetti "barboni" che vivono in strada ai margini della società.

Del resto basta andare a Napoli o in Sicilia per trovare una realtà molto diversa: lo studio di Bonanni rivela che i cani randagi nelle città del sud Italia formano gruppi sociali guidati da una gerarchia flessibile, adattabile secondo le necessità.

Lo studio del dottor Mech mostra come gli stessi lupi adattano la struttura del branco e la leadership a seconda delle necessità.

Recentemente, nei boschi dell'Appennino Tosco-Emiliano, si sta verificando il fenomeno di cani inselvatichiti da varie generazioni che cacciano in gruppo e si pensa addirittura si stiano accoppiando con i lupi.

E poi sorge spontanea la domanda: i cani nelle nostre famiglie formano un branco? E ancora: formano un branco con noi? Lo formano anche con eventuali gatti o altri animali domestici?


Quello che tuttavia è evidente, è che non solo ci sono pareri discordi sul fatto che i cani formino o meno un branco, ma non c'è nemmeno una precisa definizione di che cosa sia un "branco".

Da Wikipedia: "Un branco è un gruppo di mammiferi che si riuniscono spontaneamente e operano in modo omogeneo (per esempio nel corso di spostamenti). Il termine viene in genere utilizzato per riferirsi a gruppi di animali della stessa specie; viene talvolta esteso a gruppi di specie diverse quando le diverse specie si comportino in modo sostanzialmente simile (come nei branchi di gnu e zebre)."

Se vediamo la cosa dal punto di vista evolutivo, appare chiaro che diversi animali come lupi, cani e umani, si riuniscano in gruppi per meglio affrontare le sfide ambientali: ad esempio un gruppo di lupi ha la possibilità di cacciare prede più grosse, o un gruppo di umani si può difendere meglio dai predatori e così via.

La formazione di un gruppo sociale è quindi una risposta adattiva all'ambiente.

Se osserviamo i comportamenti all'interno del branco di lupi, notiamo che vi è una certa gerarchia, che per risolvere le liti interne i lupi usano riti legati alla dominanza (vedi definizione di dominanza di Abrantes), che tutti ottengono cibo indipendentemente dal fatto che partecipino o meno alla caccia, che esiste cooperazione sia nella predatorietà sia nella difesa.

Dai comportamenti osservati ricaviamo tre funzioni di un branco:

Cooperazione
Mutualismo
Struttura

Per una maggiore precisione definiamo i termini:

La cooperazione è l'operare insieme per raggiungere uno scopo, un fine comune in un'iniziativa, impresa, attività.

Esempi: le strategie di caccia, tattiche di difesa, esplorazione, pattugliamento, cura e difesa della prole.

Il Mutualismo è la stretta relazione fra individui per trarne un beneficio reciproco.

Esempio: distribuzione del cibo cacciato fra tutti gli elementi del branco. Difesa di un individuo se in pericolo.

Struttura: ogni gruppo sociale tende spontaneamente a darsi un'organizzazione interna per ottimizzare le risorse.

Esempio: gerarchia, leadership, dominanza.

Da notare che, poiché il branco è una risposta adattiva, gerarchia e leadership sono flessibili e vengono adattate secondo le necessità del branco.

Ora che abbiamo chiarito le funzioni del branco possiamo enunciare la seguente definizione:

"Si definisce branco un insieme di individui in cui sono osservabili Cooperazione, Mutualismo e Struttura."

Ovvero: "Un insieme di individui in cui sono osservabili Cooperazione, Mutualismo e Struttura, viene definito branco."

Data la definizione possiamo divertirci a catalogare vari insiemi di animali e chiamarli "branco" oppure no.

Un gruppo di lupi è, come abbiamo visto, un branco.
Un gruppo di leoni è un branco.
Un gruppo di gatti non è un branco.
Un gruppo di uccelli non è un branco.

Veniamo ora ai nostri amici a quattro zampe: un gruppo di cani formano un branco?

Per rispondere dobbiamo ancora una volta ricordare che il branco è una risposta adattiva all'ambiente; se pertanto l'ambiente lo richiede, formano  branchi di vari tipi (come sugli Appennini o nelle città del sud Italia), altrimenti possiamo osservare diversi fenomeni come i "cani da villaggio" di Coppinger.

Chi ha più di un cane, o altri animali in casa, può osservare le tre funzioni del branco:

Cooperazione: il cane abbaia per mettere in allarme il branco quando sente un rumore sospetto, il gatto uccide un topolino o un uccellino e lo deposita davanti alla porta di casa, quando siamo tristi o arrabbiati cani e gatti vengono da noi a consolarci, il cane difende nostro figlio "aggredito" al parco giochi e così via.

Mutualismo: tutti ricevono cibo e protezione indipendentemente dal fatto di partecipare o meno alla "caccia".

Struttura: in famiglia esistono generalmente più leader, rappresentati solitamente dai genitori (come la coppia riproduttiva dei lupi), che possono assumere il ruolo di capibranco in diverse circostanze e esercitano l'autorità senza necessariamente ricorrere all'aggressività (dominanza). Fenomeni di dominanza si possono verificare fra cani o fra cani e gatti, ad esempio per la ciotola del cibo, giochini o un posto sul divano. Non è infrequente che gli episodi di dominanza si possano verificare anche fra animali e umani o fra umani: è il tipico caso del litigio fra fratelli per un gioco.

Curiosamente, un gruppo di gatti non forma un branco, e infatti viene chiamata colonia, ma i gatti all'interno di un gruppo familiare misto cani/umani/gatti possono formare un branco.

Ho personalmente verificato funzioni analoghe con gruppi che comprendevano altri animali diversi da cani e gatti, che maggiorante hanno diviso con noi umani la nostra storia evolutiva: ad esempio cavie o rattini da compagnia.

Personalmente credo che le dinamiche all'interno del branco misto, che chiamerei "interbranco", siano da approfondire e studiare con attenzione.

Il numero di animali domestici nelle nostre case è in aumento, e spesso gli animali si trovano ad affrontare situazioni poco "naturali"; dobbiamo tenerne conto quando ci troviamo ad affrontare problemi comportamentali.

Con fiducia, rispetto e, collaborazione. :)

Sito web "il guinzaglio invisibile"
email: info@ilguinzaglioinvisibile.it

Il libro "Dog 3.0 - il guinzaglio invisibile" è disponibile su Amazon.it


lunedì 4 marzo 2013

Psicofarmaci per cani: tante bugie, poca utilità, grandi rischi


Qualcuno sembra credere che se si continua a ripetere una cosa, questa cosa diventa vera.

Ci sentiamo infatti ripetere con insistenza che, per risolvere problemi comportamentali del cane, sono necessari rimedi farmacologici, i cosiddetti psicofarmaci, "eventualmente" coadiuvati da una terapia comportamentale.

In realtà questo non solo non rappresenta l'unica strada, ma è una strada che, nel migliore dei casi, non va da nessuna parte; nel peggiore porta all'aumento dell'aggressività del cane e alla sua soppressione.

Innanzitutto dobbiamo capire cosa sono gli psicofarmaci, come funzionano e quale scopo si prefigge una "cura" a base di psicofarmaci.

Gli psicofarmaci più utilizzati sono detti "inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina", SSRI.

La serotonina è un neurotrasmettitore che porta alcuni segnali alle varie sinapsi della corteccia cerebrale.

Nei casi di stress, ansia (paura di qualcosa di imprecisato) e depressione (disturbo dell'umore) si evidenzia un calo della produzione di serotonina, che viene quindi da molti considerata la responsabile del "buon umore", anche se la serotonina regola anche il sonno, la temperatura corporea, la sessualità e l'appetito.

La serotonina prodotta non circola all'infinito, viene assorbita (ricaptazione) per evitare che si propaghi all'infinito.

Per capire meglio i meccanismi correlati alla serotonina  dobbiamo partire dallo stress.

Lo stress è una risposta adattiva all'ambiente; immaginiamo gli avi del nostro amico a quattro zampe a caccia nella savana, con la preoccupazione di mangiare o essere mangiati.

Lo stress induce modificazioni fisiche e cognitive:

- sensi acuiti
- aumento delle pulsazioni cardiache
- maggiore afflusso di sangue ai muscoli
- aumento della percezione
- aumento dell'attenzione

I responsabili di queste modificazioni sono due ormoni: l'adrenalina e il cortisolo.

In particolare il cortisolo è l'ormone che si occupa di mantenere afflussi di energia elevati per il tempo della durata dello stimolo stressante (l'energia che serve a combattere o scappare).

Nel caso di stress cronico si può notare un aumento di cortisolo nell'organismo.

Come abbiamo detto, gli psicofarmaci SSRI, come ad esempio la fluoxetina, inibiscono l'assorbimento della serotonina, facendo sì che rimanga in circolo per la durata dell'effetto farmacologico, quindi:

Stress => calo di serotonina => SSRI (fluoxetina) => aumento della serotonina

Teoricamente dovremmo avere un miglioramento dell'umore.

Tuttavia, se il cervello diminuisce la produzione di serotonina, c'è un motivo: in caso di stress (minaccia, pericolo) generalmente vogliamo essere ben svegli e attenti, non è una buona idea buttarsi col paracadute ubriachi!

Se aumentiamo artificialmente il livello di serotonina, questa stimola l'ormone adrenocorticotropo (ACTH) che a sua volta produce cortisolo che, abbiamo detto, è l'ormone dello stress.

Quindi:

Stress => calo di serotonina => SSRI (fluoxetina) => aumento della serotonina => stimolazione ACTH => aumento cortisolo => Stress!!


Nel caso migliore non otteniamo nulla, non eliminiamo lo stress e l'ansia rimane. Da notare comunque che lo stress può portare all'aggressività.

A questo punto vanno fatte alcune considerazioni.

1 - i farmaci non "curano" lo stato d'ansia, lo inibiscono momentaneamente.

2 - solitamente viene suggerita una terapia comportamentale, ma poiché gli antidepressivi sostanzialmente sono sedativi, i livelli delle funzioni cognitive quali attenzione, problem solving, percezione e memoria, sono alterati (come si evince dal bugiardino dei farmaci stessi). E' veramente consigliabile fare esercizi educativi con un cane sedato? Mandereste a scuola i vostri figli ubriachi per imparare meglio?

3 - i farmaci SSRI hanno dei possibili effetti collaterali, di cui è troppo lungo parlare qui, ma ci torneremo in seguito; è doveroso comunque segnalare che la fluoxetina ha una probabilità di 10,9 volte maggiore di scatenare reazioni aggressive rispetto alla media dei farmaci. Basti ricordare che i responsabili delle maggiori stragi negli Stati Uniti, compreso quello della strage di Newtown dove sono morti decine di bambini, erano sotto effetto di farmaci SSRI.

4 - in ogni caso non servono a risolvere il problema e nemmeno aiutano a risolverlo se viene affiancata una terapia comportamentale.

Gli psicofarmaci non sono una novità: negli anni 50/60 si proponeva con entusiasmo un inibitore della serotonina prodotto dalla Sandez, oggi Novartis, nel trattamento di depressione, ansia e schizofrenia: era l'acido lisergico, conosciuto meglio come LSD, oggi considerata una pericolosa droga illegale per gli effetti devastanti per la mente, riconosciuti 20 anni dopo l'introduzione.

Altri farmaci e non che si basano sul controllo della serotonina, oltre agli SSRI come la fluoxetina, sono le anfetamine (che portano a minori casi di violenza rispetto agli SSRI), la morfina, l'eroina, la marihuana e l'exstasy. Come è noto alcune sono illegali perché considerate pericolose, viene da chiedersi come verranno considerati gli SSRI fra 20 anni.

Ci sono modi naturali per stimolare la produzione di serotonina?

Certamente!

Prendere il sole!
Correre!
Giocare!
Mangiare cibo sano!
Fare esercizio fisico!
Fare vita sociale!

In pratica, se il vostro cane soffre di ansia, è depresso, presenta comportamenti ossessivi/compulsivi, probabilmente la cosa migliore da fare è portarlo a fare un bella corsa in campagna sotto il sole, fatelo giocare con degli amici e dategli da mangiare una bella bistecca!

Per i casi più difficili ci sono naturalmente delle terapie comportamentali che possono aiutare.

Nel "Guinzaglio invisibile" si usano metodologie ispirate alle più avanzate terapie comportamentali (CBT, ACT) e la Programmazione Neuro Linguistica (PNL); in pratica, poiché l'ansia e molte forme di depressione sono di fatto delle paure, si usa il gioco e l'istinto predatorio, antagonista della paura stessa, in modo da aumentare l'autostima del cane: un predatore non ha paura.

Naturalmente le metodologie basate sull'istinto predatorio non sono poi così diverse dalle tecniche che molti bravi addestratori praticano da migliaia di anni, senza paroloni accademici e con grande successo ;)

Non drogate il vostro cane!

Con fiducia, rispetto e collaborazione.

Riferimenti

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/9192540
http://www.psychologytoday.com/blog/obsessively-yours/201212/newtown-shootings-caution-about-violence-and-ssris
http://www.psychologytoday.com/blog/obsessively-yours/201001/five-reasons-not-take-ssris
http://www.plosone.org/article/info%3Adoi%2F10.1371%2Fjournal.pone.0015337
http://it.wikipedia.org/wiki/LSD
http://www.markpine.us/?tag=novartis
http://books.google.it/books?id=rFnDrG18FP0C&pg=PA340&lpg=PA340&dq=serotonina+e+acth&source=bl&ots=ahDjj40Vyh&sig=0wYZY_mOhOJQdHFG-Ts9QgxSc34&hl=it&sa=X&ei=wUcrUbPJOOHw4QS_wYDICA&ved=0CFkQ6AEwBQ#v=onepage&q=serotonina%20e%20acth&f=false
http://endo.endojournals.org/content/112/4/1217
http://www.dannyroddy.com/main/2011/12/12/serotonin-the-misery-hormone.html

Scarica gratuitamente i podcast del "Guinzaglio invisibile"!



Sito web "il guinzaglio invisibile"
email: info@ilguinzaglioinvisibile.it

Il libro "Dog 3.0 - il guinzaglio invisibile" è disponibile su Amazon.it