lunedì 18 febbraio 2013

Educare il cane o addestrarlo? La volpe e il piccolo Principe

Ho cercato per molto tempo di starmene alla larga da una diatriba che affligge il mondo cinofilo, non meno senza senso di quella sconcertante su "pettorina o collare":

Educazione o Addestramento?

Le discussioni su educazione o addestramento mi ricordano una celebre commedia del Teatro dell'Assurdo di Eugene Ionesco: "Delirio a due", dove marito e moglie discutono se la lumaca e la tartaruga sono la stessa cosa. Intorno a loro ci sono furti, omicidi rivoluzioni, terremoti, ma per loro l'unica cosa importante è discutere se la lumaca e la tartaruga sono la stessa cosa.

Ricordo che il termine "assurdo" vuole dire "contrario alla logica", e la discussione se sia meglio educare o addestrare un cane è assolutamente contraria alla logica e quindi assurda.


L'analisi semantica delle due parole (il senso linguistico dei termini) ci rivela quanto segue:

Educazione, viene dal latino educere, tirare fuori ciò che sta dentro, ed è rivolta allo sviluppo e alla formazione di conoscenze e facoltà mentali, sociali e comportamentali in un individuo.

Si educa pertanto un bambino a mangiare composto a tavola, a non mettersi le dita nel naso e a non rubare i giocattoli agli altri bambini; si educa il cane a non tirare al guinzaglio, a non saltare addosso agli ospiti e a non mordere il bambino dei vicini che gli fa i dispetti (perché non è stato "educato" bene).

Addestrare vuole invece dire rendere "destro", ovvero abile a una particolare attività: si addestra un cane per fare UD (Utilità e Difesa), agility, ricerca in superficie, salvamento in acqua. etc.

Dalla semplice ricerca del significato di educazione e addestramento risulta chiaro che i due termini non si rivolgono allo stesso ambito, non sono sinonimi, non sono in antitesi e in sostanza vogliono proprio dire due cose diverse.

E non solo! E' forse possibile addestrare qualcuno (cane o umano) senza averlo educato?

Es. è possibile insegnare a un bambino la matematica se prima non ha imparato a stare seduto ad ascoltare?

Es. è possibile insegnare agility a un cane che non risponde al conduttore, che non si fa portare al guinzaglio o che quando vede un'altro cane vuole sempre attaccar briga?

L'educazione è quindi necessaria.

L'addestramento è facoltativo?

Chiaramente non è obbligatorio che tutti i cani facciano UD o agility, ma dobbiamo ricordarci che la storia evolutiva dell'uomo insieme al cane si basa sulla loro reciproca collaborazione, sul lavoro svolto insieme: caccia, guardia, pastorizia...

Anche se oggi non siamo più tutti cacciatori o pastori, il nostro compagno a quattro zampe collabora con noi per la ricerca di persone disperse, come guida per non vedenti, ci aiuta nel momento del dolore con la pet therapy...

Fare compagnia a un anziano non è forse un lavoro? Correre insieme al proprio trainer a quattro zampe non è un tipo di collaborazione interspecie? Non è forse un lavoro?

Una cane, per quanto "educato", se non lavora, diventa ben presto un cane grasso e annoiato, e prima o poi si troverò lui stesso un lavoro: abbaiare, rosicchiare i mobili, mordere e altre cose simpatiche. Un cane solo educato, ma che non lavora, può paradossalmente diventare "problematico".

Per ogni attività strutturata, per ogni lavoro, è necessario un certo addestramento, e per ogni relazione sana è necessaria una qualche forma di attività strutturata.

Educazione e addestramento sono quindi entrambi necessari e fondamentali.

Il cane, esattamente come per noi umani, deve lavorare per essere felice.
Una relazione, oltre che su fiducia e rispetto reciproci, si deve basare sulla collaborazione, esattamente come i nostri antenati umani e canini che cacciavano insieme nella savana, 15.000 anni fa.

La collaborazione crea legami, i legami creano la relazione.

Nel Piccolo Principe di Antoine Saint-Exupéry, una volpe chiede di essere addomesticata.

"Che cosa vuol dire addomesticare?" - chiede il Piccolo Principe.

"E' una cosa da molto dimenticata." - risponde la volpe - "Vuol dire creare dei legami".

Con fiducia, rispetto e, naturalmente, collaborazione. :)

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giovedì 14 febbraio 2013

Che cosa fare con un cane iperattivo

Il cane è irrequieto, agitato, salta addosso alle persone, alla prima occasione corre all'impazzata, si agita in presenza di altri cani o nuove persone.

Ogni situazione va vista nel suo contesto, ma probabilmente il nostro cane è iperattivo.


La moderna psicologia definisce l'iperattività negli umani come: "ADHD (Attention-Deficit/Hyperactivity Disorder), acronimo di "sindrome da deficit di attenzione e iperattività".

Il Disturbo da deficit d'attenzione ed iperattività (ADHD) è un disturbo del comportamento caratterizzato da inattenzione, impulsività e iperattività motoria che rende difficoltoso e in alcuni casi impedisce il normale sviluppo e integrazione sociale"

(da Wikipedia: Sindrome da deficit di attenzione e iperattività)

Quindi la difficoltà maggiore, quando si ha a che fare con un cane iperattivo è la sua mancanza di attenzione.

Senza attenzione non è possibile utilizzare schemi educativi basati su rinforzo (condizionamento operante) poiché il cane semplicemente non riconosce come importanti i rinforzo stessi, sia che si parli di bocconcini, coccole, strappetti del guinzaglio o addirittura punizioni.

I rinforzi positivi vengono solitamente ignorati, le punizioni possono infastidire il cane, che le percepisce come "gratuite", slegate dalle sua azioni.

La mancanza di attenzione è un grosso ostacolo alla relazione col proprio cane, poiché la comunicazione risulta molto difficile se non quasi impossibile.

Vale la pena però di precisare che l'iperattività non è necessariamente un problema legato al cane, né legato al padrone, bensì è il sintomo di una relazione fra i due non funzionante.

Se infatti un cane iperattivo si trova in una famiglia con sufficiente energia e tempo libero da dedicare per passeggiate, corse o attività sportive con il cane, se il cane stesso non viene lasciato solo in casa o in giardino per molto tempo, l'iperattività non è un problema: è una grandissima risorsa che può rendere felice la famiglia stessa!

Purtroppo, quando si sceglie un cane, specialmente se cucciolo, si dà spesso più peso a considerazione estetiche che caratteriali.
La scelta di adottare un cane dev'essere guidata dalla domanda: cosa voglio fare col mio cane?

Es.1: coccolarlo davanti alla tv
Es.2: correre una maratona

Da questi due esempi un po' estremi dovrebbe risultare chiaro che non tutti i cani vanno bene per tutti.

Ma quando "la frittata è fatta", e ci si ritrova con una famiglia da divano e un cane da Iditarod, ci possono essere delle soluzioni?

Certo! anche se naturalmente ci vuole un po' di buona volontà per applicare alcune semplici accorgimenti.

Poiché il cane iperattivo non riesce a concentrarsi e sostanzialmente a stare fermo, si deve cercare un approccio fisico / cinestesico, basato su attività e movimento.

Il percorso si compone di 3 fasi, ed è finalizzato a costruire la relazione col cane e "catturare" la sua attenzione.
Per fare questo, dapprima assecondiamo l'iperattività del cane, entriamo in sintonia con lui, e poi lo guidiamo verso uno stato più calmo e di attenzione.

1 - il cane iperattivo deve in qualche modo sfogare la sua energia; la corsa leggera e continuativa è il modo migliore per tranquillizzare il cane. Correre con un cane iperattivo è più facile che fare una passeggiata, la sua mente rimane concentrata sull'attività fisica, sul ritmo e la respirazione, ed è meno propenso a distrazioni.
La corsa di resistenza col cane è una reminiscenza degli inizi storici della relazione cane-uomo, quando cacciavano insieme nella savana 15.000 anni fa; la corsa stimola nel cane, come nell'uomo, la produzione di endorfine, che provocano uno stato di benessere che tranquillizza il cane.

Sconsigliatissimi in questa fase i giochi con palle, freesbee e treccini, che anziché calmare il cane, stimolano l'istinto predatorio e la produzione di adrenalina e cortisolo, rischiando di agitare di più il cane.
Questi giochi, o un vero e proprio addestramento, possono essere molto utili in seguito, quando si è riusciti a creare una relazione positiva.

Se in famiglia nessuno corre, è possibile ricorrere a un amico, un parente, un vicino. In alternativa una passeggiata veloce può andare bene, ma la corsa, per quanto leggera, è preferibile.
Il tapis-roulant può essere un valido aiuto se non si ha la possibilità di correre all'esterno. E' ottimo anche nei giorni di pioggia o quando gli impegni rendono difficile trovare un ora per uscire a correre, basta solo assecondare i ritmi del cane, inserire delle pause, e non esagerare!

2 - il cane iperattivo tipicamente usa pochissimo l'olfatto. Se il bocconcino è praticamente inutile come rinforzo, può invece essere usato per coinvolgere il cane in varie attività "casalinghe", che vanno dal semplice "seduto" a una piccola caccia al tesoro fra poltrone e divani.
Questa fase non sostituisce la prima, naturalmente, il cane deve uscire e fare esperienze fuori casa.

3 - la passeggiata. Alle corse e varie attività casalinghe, è opportuno affiancare delle passeggiate, che devono essere di due tipi:

- Passeggiata libera, lenta, preferibilmente in campagna, dove il cane può sperimentare sensazioni e odori. L'ideale sarebbe lasciare il cane libero, ma una lunghina o una corda di 7 / 10 metri può dare un po' più di sicurezza.
Durante la passeggiata libera si può lavorare gradualmente sul richiamo e sulle forze di attrazione che portano il cane verso il padrone. Ricordo a questo proposito che dare un bocconcino al cane non è proibito, basta ricordarsi che serve per lavorare sul naso del cane, non per farlo ingrassare ;)
Questo tipo d passeggiata unisce la fase 1 (attività cinestetica) alla fase 2 ((Stimolazione olfatto)

- Passeggiata strutturata, veloce, senza fermate, guinzaglio corto. E' bene inserire cambi di direzione e richiami, lo scopo non è tirare con forza il cane se si distrae o si vuole fermare per annusare qualcosa, ma è farci seguire da lui, coinvolgerlo con la nostra decisione.

Solitamente, già dopo qualche giorno di queste attività si dovrebbero vedere i primi risultati ;)

Se si cerca su Internet "Iperattività" e "disturbo dell'attenzione", spesso si trovano suggerimenti di carattere farmacologico.
A parte gli evidenti effetti collaterali, fra cui il possibile aumento dell'aggressività, è bene ricordare che l'iperattività non è una malattia, ma è solo un sintomo di un disagio del cane, che ci sta dicendo che i suoi bisogni non vengono soddisfatti.

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lunedì 11 febbraio 2013

Regalare un cane per San Valentino?

Fra pochi giorni è San Valentino, la festa degli innamorati. :)


Cosa c'è di più bello che regalare come pegno d'amore un tenero e morbido cucciolo?

NON FATELO!


Il 70% dei cani regalati viene abbandonato!

I più fortunati si ritrovano in canile, quelli abbandonati per strada vanno incontro a una sicura morte.

Adottare un cane significa assumersi delle responsabilità, ed è una (bellissima) decisione che si può prendere in due e può veramente rendere felici, ma deve essere profondamente desiderata dopo aver valutato tutte le implicazioni.

Se però vi volete bene, e volete veramente adottare insieme un cucciolo assumendovene le responsabilità, allora questo San Valentino potrà essere ricordato come uno dei giorni più belli della vostra vita. :)

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giovedì 7 febbraio 2013

Yes we cane! L'avvento dei cani in politica.



In questi giorni Sivio Berlusconi e Mario Monti hanno adottato un cane.

Un politico che adotta un cane è, a mio avviso, un bel segnale, perfettamente compatibile con la politica stessa.


Perché adottare un cane significa assumersi delle responsabilità, e anche entrare in politica e amministrare la cosa pubblica, prendere delle decisioni che possono fare del bene o del male alla gente, è prendersi delle responsabilità.

Le responsabilità nell'adottare un cane comportano tante cose:

dargli da mangiare
portarlo dal veterinario per vaccinazioni ed eventuali cure
portarlo a fare i bisogni (anche di notte, se è il caso)
togliere i peli dal divano di casa
portarlo fuori a fare una passeggiata almeno un'ora al giorno
scegliere le vacanze in base a alberghi e spiagge dove accettano i cani
educarlo, socializzarlo
farlo giocare con altri cani


Credo che la maggiore responsabilità di un politico sia essere coerente e onesto con sé stesso e i propri elettori, quindi se Silvio e Mario hanno adottato un cane, dovremmo vederli, nei limiti del tempo a sua disposizione, in passeggiata con i propri cani, muniti di sacchettino, e dovremmo vederli raccogliere i bisognini.

Ehi, vi ho visto! Perché ridete? Obama lo fa, nei limiti di tempo a sua disposizione, naturalmente, e lui è il presidente degli Stati Uniti d'America.

Sono molto contento di queste adozioni, e quindi sarei molto deluso se dovessi vedere questi due simpatici cagnolini affidati a un portaborse o a qualche ragazzina nipote di qualcuno.

Adottare un cane significa anche assumersi delle responsabilità nei confronti  di tutti i cani e degli animali in genere.

Mi aspetto che quindi ne possano venire fuori proposte di legge che molti amanti dei cani stanno aspettando:

Promozione della cultura cinofila
Lotta al randagismo (*)
Patentino del "buon cittadino a 6 zampe", a spese dello Stato, non del cittadino
Leggi severe contro il maltrattamento degli animali
Apertura dei luoghi pubblici ai cani (**)
Obbligatorietà di spazi aperti ai cani nei luoghi di villeggiatura (**)
No alla vivisezione, per cominciare togliamola per scopi non di ricerca medica
No ai canili lager
Lotta al commercio illegale e contrabbando di cuccioli


 (*) tramite cultura e prevenzione, non sterminio!
 (**) per cittadini a 6 zampe dotati di patentino e educazione, naturalmente ;)

Anche qui l'elenco sarebbe lungo, ma "un grande cammino inizia con un piccolo passo".

Sono contento che Silvio Berlusconi e Mario Monti abbiano adottato un cane, mi aspetto che questo gesto contagi anche altri politici e si prendano tutti le proprie responsabilità.

Ci conto, e osserverò gli sviluppi.

Con fiducia, rispetto e collaborazione :)

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Educhiamo noi i cani, o sono loro che imparano da noi?

Molti libri sui cani si soffermano su come e che cosa insegnare a Fido.

Il punto è però: come imparano i cani?

Le associazioni

Seymour Papier, matematico, informatico e uno dei più illuminati pedagogisti viventi, riporta un bellissimo esempio sull'apprendimento dei bambini.

E' una giornata ventosa, il bambino vede degli alberi ondeggiare, e deduce che gli alberi, muovendosi, provocano il vento.

Nella nostra presupponenza di adulto siamo portati a sorridere di questa ingenuità, e non ci rendiamo conto di quanto questa deduzione sia invece brillante e il bambino sia intelligente.

Il bambino ha infatti collegato un'azione (gli alberi che si muovono) ad altre azioni immagazzinate nella sua memoria, ad esempio un ventaglio o una mano che agitata muove l'aria, e ne ha dedotto che il vento è provocato da alberi che, essendo più grossi, muovono più aria.

Crescendo, il bambino accumulerà altre esperienze, noterà la presenza di vento anche in assenza di alberi e che altri oggetti, come carte o foglie, si muovono col vento e elaborerà un modello più preciso.

L'elaborazione di questi fenomeni si chiama associazione causa-effetto.

La fisica classica è basata essenzialmente sul concetto di associazione causa-effetto: io colpisco una palla e questa rotola; nella mente, umana e canina, le cose sono un po' più complicate.

Provate a pensare al vento e scrivete su un foglio le associazioni che rivengono in mente:

Vento
Mani screpolate
Freddo
Le nuvole che si muovono nel cielo
Un aquilone che scappa dalla mano di un bambino
Un cane rincorre le foglie
Autunno
Bambini con la cartella vanno a scuola
La cartella è pesante
I grembuilini
La merenda nella cartella è buona

Lo scrittore James Joyce chiamava questa tecnica "stream of consciousness", flusso di coscienza, i surrealisti ne avevano fatto un gioco di società, i psicologi la usano per indagare nella psiche dei loro pazienti.

E' importante separare i fatti (vento, mani screpolate, il cane che rincorre le foglie) dalle sensazioni e emozioni che gli associamo: (freddo, la cartella è pesante, la merenda è buona).

La Programmazione Neuro linguistica dà molta importanza alle associazioni evento => stato mentale, che definisce "Ancore". Nella PNL le ancore vengono create o distrutte a scopi terapeutici.

Possiamo prendere un foglio di carta e scrivere al centro la parola "vento", e intorno, gli scriviamo o disegnamo quello che gli associamo collegandoli con delle frecce. A loro volta le associazioni creano altre associazioni che crescono come i rami di un albero.

Tony Burzan afferma che le "mappe mentali" che noi creiamo in questo modo rappresentano di fatto come funziona la nostra mente, rappresentano quindi le relazioni all'interno della rete neurale del cervello.
Alla luce degli ultimi studi sulla psicologia canina risultano molte similitudini fra la nostra mente e quella di Fido. possiamo quindi pensare alla mente del nostro amico peloso come ad un'insieme di associazioni e relazioni fra associazioni..

Le associazioni sono una delle più importanti metodologie di apprendimento, di fatto il cane impara più con l'osservazione (dei nostri comportamenti, dell'ambiente familiare ed esterno) che con i nostri sforzi per educarlo o addestrarlo.

"Trial and errors": Sbaglia e impara

Provare, sbagliare, riprovare, è uno dei metodi più semplici di apprendimento nel "problem solving".
Seymour Papert dà molta importanza tuttavia alla gestione dell'errore, è importante infatti che l'errore venga riconosciuto come tale, altrimenti il processo non produce risultati.

Papert assegna all'educatore il ruolo fondamentale di supervisore e guida: traducendo in termini cinofili, spetta a noi correggere il cane, fargli riconoscere l'errore e riportarlo sulla strada giusta, che tuttavia deve percorrere autonomamente.

Questo ci porta al terzo modo di apprendimento:

Il "Social Learning", l'apprendimento sociale.

Secondo Albert Bandura l'apprendimento avviene anche per imitazione di un modello comportamentale: i bambini imitano i genitori, gli insegnanti e imparano.

Ma chi, umani e cani, prendono o a modello?

Un piccolo esempio può chiarire molte cose: abbiamo un problema con la nostra email, non riusciamo a scaricare la posta e aspettiamo una comunicazione urgente. Un ragazzino di 10 anni ci vede in difficoltà e si offre di aiutarci, come reagiamo? Riusciamo ad accettare lezioni da un ragazzino di 10 anni?

Probabilmente sarebbe la cosa più saggia da fare, ma facciamo fatica ad imparare da qualcuno che non riteniamo in qualche modo "superiore" a noi. Personalmente credo che sia il più grande problema della scuola di oggi.

E per i nostri amici pelosi?

Un interessante esperimento ci mostra come per i cani sia esattamente la stessa cosa, non accettano lezioni da cani in qualche modo sottomessi a loro!


Un appetitoso bocconcino è stato posto dietro una barriera posta a "V", il cane può vedere e annusarlo, ma per raggiungerlo deve fare il giro della barriera; la cosa non è né facile né intuitiva perché il cane deve allontanarsi dal bocconcino per poterlo poi raggiungere.

I cani dell'esperimento hanno generalmente raggiunto il bocconcino in una serie più o meno lunga di tentativi (trials and errors), ovviamente questo metodo è piuttosto lungo e dispendioso di energie.

Ad altri cani è stato invece mostrato un altro cane con cui precedentemente avevano interagito mostrando segni di dominanza o sottomissione. Il cane sapeva già che cosa fare per raggiungere il bocconcino e non ha avuto problemi a girare intorno alla barriera ed è quindi stato di esempio per gli altri cani.

La cosa interessante è che se il cane di esempio era considerato "superiore", i cani seguivano l'esempio,  imparavano e raggiungevano il bocconcino in breve tempo; se il cane invece era in qualche modo sottomesso, i cani non imparavano e non raggiungevano il bocconcino.

In pratica, se il cane di esempio viene ritenuto "inferiore" non viene ritenuto un modello da seguire, esattamente come noi adulti non accettiamo lezioni da un ragazzino di 10 anni. Da notare che questo comportamento, alla luce dei fatti, è piuttosto stupido ;)

Per educare Fido dobbiamo rappresentare per lui un modello di riferimento, la relazione deve quindi essere basata su fiducia e rispetto.

Ma ora veniamo a quello che probabilmente è uno dei più colossali "Epic fail" della storia della pedagogia: l'apprendimento "passo a passo".

"Step by step learning", l'apprendimento passo a passo.

Seymour Papert è stato uno dei primi a dirlo: nessuno impara niente "passo a passo".

In realtà, l'apprendimento è rappresentato da una serie di connessioni neurali. Per imparare qualcosa occorre prendere atto di una serie di eventi (libri, esercizi, esperienze…) finché la nostra mente crea la giusta associazione fra tutti gli eventi, si forma quindi un modello mentale basato su reti neurali, che possiamo eventualmente disegnare come una mappa mentale di Burzan. A quel punto abbiamo imparato.

Questo schema vale per imparare la matematica, l'uncinetto, a cucinare o sciare. Ad un certo punto ci si accorge di sapere risolvere un'equazione di secondo grado, di poter fare un maglione o scendere da una pista nera senza pensare a dove mettere gli sci.

E questo ci porta al

"insight learning", l'apprendimento per "illuminazione".

Tranquilli, non sto parlando di esperienze esoteriche o religiose, l'apprendimento per "illuminazione" è u concetto basato sulle osservazioni di Wolfgang Kohler, mentre studiava del comportamento degli scimpanzé.

 L'apprendimento insight è un tipo di problem solving che si verifica all'improvviso attraverso la comprensione delle relazioni varie parti di un problema piuttosto che attraverso tentativi ed errori.

E' celebre l'esclamazione di Archimede: "Eureka!", dal verbo greco Eurisco, che significa "Ho trovato!"; in quel momento le connessioni fra vari eventi nella mente di Archimede si sono intrecciate dando la soluzione al suo problema,

Da notare che la scuola tradizionale è assolutamente basata sul metodo "step by step", dove in ogni ciclo scolastico si ripetono le stesse cose sempre più approfondite; si preferisce infatti remunerare la fatica di studiare piuttosto che stimolare attivamente l'intelligenza e la curiosità degli studenti.

Ok, questo vale per noi umani, ma gli animali?

In un celebre esperimento, uno scimpanzé è stato messo in una gabbia, in alto era appesa una banana, una serie di oggetti è stata disposta sul pavimento, uno di essi era un lungo bastone. Invece di eseguire lunghi e infruttuosi tentativi ed errori, lo scimpanzé all'improvviso ha preso il bastone e raggiunto la banana.

Studi recenti hanno portato molte evidenze che la mente degli animali presenta un funzionamento molto simile a quella umana, e che l'idea dell'apprendimento per "illuminazione" può essere applicata anche ai nostri amici a quattro zampe.

Dovremmo finire la nostra panoramica sui metodi di apprendimento del cane con un grande classico:

il condizionamento operante

Secondo il condizionamento operante di Skinner, i cani (e non solo loro) imparano in base ai rinforzi positivi e negativi (ricompense o punizioni), che conseguono alle proprie azioni, ma…

…dopo tutto quello che abbiamo visto sui meccanismi della mente di Fido, siamo veramente ancora convinti che il nostro amico a quattro zampe impara qualcosa perché gli diamo un bocconcino? ;)

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lunedì 4 febbraio 2013

L'evoluzione del cane, da lupi cacciatori a spazzini amanti della pizza?



Da qualche giorno, su blog, testate giornalistiche nazionali e internazionali, si può leggere di uno studio  sul DNA del cane e la sua comparazione con quello del lupo.

Purtroppo tali articoli non sono sempre molto corretti, e saltano a conclusioni ridicole, ad essere gentili, e deliberatamente fuorvianti se vogliamo pensare male (qualcuno disse che si fa sempre bene).

Ad esempio l'edizione italiana dell'Huffington Post presenta il seguente articolo: "Il lupo e' diventato cane grazie alla spazzatura"

Lo studio originale, se uno si prende la briga di leggerlo integralmente, dice che il cane, a differenza del lupo, ha una maggiore possibilità di digerire cereali.

I primi ritrovamenti di resti di canidi vengono datati 150.000 anni fa e qualcuno (Coppinger, ad esempio) ipotizza che il cane si sia diviso dal lupo da 350.000 anni.

Dopo la grande era glaciale, 15.000 anni a.c., si ritiene che sia iniziata per il cane, non già più lupo, una vera e propria attività di addestramento e domesticazione, gli scopi li possiamo immaginare: guardia e caccia.

Alcuni ritrovamenti, come le pareti dipinte delle caverne di Chauvet, mostrano scene di cacciatori e cani risalenti a più di 30.000 anni fa.


I cereali non hanno fatto parte dell'alimentazione dell'uomo fino alla rivoluzione agricola del neolitico iniziata in mesopotamia circa 8/10.000 a.c. Prima infatti l'uomo era essenzialmente raccoglitore/cacciatore, non coltivatore e quindi gran mangiatore di cereali.

Solo occasionalmente l' Homo erectus mangiava una specie di pane ottenuto macinando fra due pietre i cereali che trovava in natura, difficile pensare che i resti di quel pane fossero così abbondanti e saporiti da indurre dei lupi a cambiare alimentazione.

Ancora oggi i cani possono vivere benissimo mangiando solo carne e un po' di erba (per fare meglio i bisognini), mentre se diamo loro pasta e riso dobbiamo accertarci che siano molto, molto stracotti o non riescono a digerirli e possiamo causargli infezioni intestinali. L'assimilazione, inoltre, è molto limitata, per cui mangiare carboidrati, per i cani, non è una scelta efficiente.

Curiosamente la stessa Victoria Stillwell che il 27 gennaio fa postava su Facebook un commento a un articolo simile a quello dell'Huffington Post:

"Altre prove a sostegno che i cani non sono lupi socializzati. Le vecchie idee sulla teoria del branco sono fuorvianti e non si adattano bene al cane domestico",

posta sul suo blog una chiara dichiarazione che i cani non dovrebbero mangiare pane e pasta: "Cibo (per cani): scelte sagge."

I cani per stare bene devono mangiare carne e ossa, eventualmente con un po' di verdure e frutta per aiutare la digestione, il che rappresentano il tipico pasto di un "cacciatore". E i canil, per cacciare ancora oggi si riuniscono in branchi.

Certo, i cani sono adattabili, e si trovano spesso vagabondare nei villaggi (e a Napoli) col ruolo (prezioso) di spazzini, e sicuramente mangiano anche prodotti a base cereali.

Del resto, in una puntata molto interessante di "Orrori da gustare", Andrew Zimmern si trova in Etiopia e i suoi ospiti, finita la cena portano nel deserto gli avanzi e li danno in mano o con la bocca a un branco di iene, il video è da vedere: "Cibare le iene selvagge".
Forse anche le iene non sono più quelle di una volta? ;)

In conclusione, è sicuramente vero che i cani, all'occorrenza, possono mangiare derivati dai cereali, ma alla luce dei fatti non ritengo molto credibile che i lupi siano diventati cani perché amanti della pastasciutta e della pizza.

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I cani e il libero arbitrio, la fisiologia e la morale di Fido

A volte, che fatica si fa a controllarsi?

L'autocontrollo è una risposta dell'evoluzione agli istinti primari di sopravvivenza, che nella società moderna potrebbero metterci seriamente nei guai.
Pensiamo ad esempio come agiremmo senza autocontrollo se qualcuno ci rubasse il parcheggio davanti al naso ;)

Secondo il modello di "esaurimento dell'Ego" dello psicologo evoluzionista Roy Baumeister, l'autocontrollo è un atto faticoso che consuma combustibile psico-fisiologico sotto forma di glucosio.

Le scorte glucosio nel nostro corpo non sono infinite, l'autocontrollo non può quindi durare in eterno e, evidentemente, ognuno di noi ha una soglia oltre la quale… esplode!

Poiché la fisiologia dei cani è molto simile alla nostra, Miller e altri scienziati (Psychological Science, Miller e altri, 2008) hanno creato un esperimento per testare il modello di Roy Baumeister sui nostri amici a quattro zampe.

Clicca qui per leggere l'articolo "Self regulating dog" su Psychology Today.

In primo luogo hanno fatto giocare i cani con un giocattolo da cui si poteva estrarre un gustoso bocconcino.

Poi erano stati fatti stare in posizione di "seduto" per 10 minuti… che non è poco! Dopodiché erano stati liberati e gli era stato dato prima un bocconcino, poi lo stesso giocattolo di prima, solo che questa volta era chiuso, non era possibile estrarre il bocconcino.

L'esperimento è stato ripetuto con un secondo gruppo a cui però era stato dato del glucosio prima di iniziare il "seduto".

Il primo gruppo, vedendo che non era possibile estrarre il bocconcino dal giocattolo, ben presto l'hanno lasciato perdere, mentre il secondo ha continuato a persistere molto più a lungo.

Ooops! Ho perso l'autocontrollo!
Da questo esperimento possiamo trarre qualche considerazione:

Un cane costretto a continuo autocontrollo può esaurire letteralmente le sue forze mentali e i suoi istinti di sopravvivenza possono prendere il sopravvento, il che vuol dire che un cane troppo controllato può andare più facilmente in aggressività.

D'altra parte, un cane con autocontrollo "esaurito" si comporta in modo evoluzionisticamente più intelligente, cioè lascia perdere subito un compito impossibile, come estrarre un bocconcino da un giocattolo chiuso.

La predisposizione all'autocontrollo di un cane non è solo frutto del condizionamento ma è anche fisica, determinata dalla quantità di glucosio a disposizione. Questo fattore va considerato quando si educa o addestra un cane, ognuno può avere una soglia diversa e un bisogno diverso di "fare una pausa".

Poiché gli stessi risultati si sono ottenuti con persone, umani e cani condividono lo stesso meccanismo psicofisico dell'autocontrollo, cioè di decidere di fare non fare qualcosa in nome di una ragione non immediatamente "pratica", che possiamo chiamare "morale".

In passato questa capacità è stata chiamata "libero arbitrio" ;)

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Uffa! Perché col mio cane il bocconcino non funziona!

Nel libro Dog 3.0 - il guinzaglio invisibile ho spesso criticato l'uso sconsiderato del "condizionamento operante" di Skinner.

Il condizionamento operante si basa sul presupposto che se noi riceviamo un premio, detto "rinforzo", per una determinata azione, siamo più propensi a attuare l'azione stessa e, se riceviamo una punizione, tendiamo a non ripeterla più.

Es. il bambino regala un fiore alla mamma (azione) => la mamma dà una caramella al bambino (rinforzo positivo)

Ovviamente può essere visto anche dal punto di vista della mamma:

Es. la mamma dà al bambino una caramella (azione) quando lui le porta un fiore (rinforzo positivo)

Secondo Skinner il bambino tenderà a dare altri fiori per ottenere altre caramelle, cosa naturalmente possibile, ma la mamma darà sempre una caramella in cambio dei fiori?

Probabilmente no, perché il rinforzo (il fiore) è gradito solo quando inaspettato, perché provoca un emozione. Se il bambino porta fiori in continuazione, la mamma si può sentire addirittura presa in giro e può arrivare a sgridare il bambino.

Veniamo ora al rinforzo negativo, la punizione.

Es. il bambino ruba la marmellata (azione) => la mamma lo sgrida (rinforzo negativo)

Il bambino smetterà di rubare la marmellata?

Dipende dagli scenari:

Es. 1 - il bambino è annoiato perché la mamma è distratta da altre faccende, quindi compie azioni casuali, finche non ruba la marmellata (azione), la mamma lo sgrida e il bambino ha quindi l'interazione desiderata con lei (rinforzo positivo), quindi il bambino tenderà a rubare ancora la marmellata.

Es. 2 - il bambino adora mangiare la marmellata e ruba il vasetto (azione), la mamma se ne accorge e lo sgrida (rinforzo negativo). Poiché il bambino ha paura della sgridata della mamma, non ruberà più la marmellata… quando la mamma è presente! Lo farà quando lei non c'è (azione) e quindi non lo può sgridare (rinforzo positivo).

Es. 3 - il bambino sta scoprendo e studiando il mondo circostante, le reazioni delle persone, e vuole capire in che modo può ottenere ciò che desidera. In particolare, vuole vedere fino a che punto può rubare la marmellata (azione) senza che la mamma se ne accorga e lo sgridi (rinforzo positivo)

Credo che la maggior parte di noi si ricordi ancora di quando era bambino e rubava la marmellata, faceva i capricci per un giocattolo, tornava a casa tardi la sera, o magari qualcuno fumava le prime sigarette… ci sono andato vicino? ;)

Ora facciamo una sostituzione: al posto della mamma ci siete voi, invece del bambino ci mettiamo Fido.


Da qualche decennio, si è diffusa l'idea che il cane possa fare qualsiasi cosa se in cambio gli si dà un bocconcino; la sola alternativa è usare metodi coercitivi e violenti.

Il cane viene praticamente visto come una macchina che "va a bocconcini": azione => bocconcino, ovvero causa => effetto. Questa concezione risale al filosofo Cartesio, vissuto nel XII secolo!

A parte l'ironia del considerare questi metodi "scientifici" e "moderni", lo stesso condizionamento operante di Skinner ha compiuto 100 anni, sono evidentemente fuorvianti e lacunosi, spesso inefficaci.

I cani che non rispondono a questo tipo di condizionamento vengono spesso classificati come "problematici", "iperattivi", "ansiosi", "irrecuperabili" e destinati a cure farmacologiche o all'eutanasia.

Probabilmente invece, questi cani sono semplicemente intelligenti.

Il condizionamento operante di Skinner è stata una delle più grandi intuizioni della storia della psicologia, insieme alla teoria elle pulsioni di Freud, evolutasi nei più accettabili "bisogni" di Maslow; ma oggi sappiamo che la mente degli uomini e degli animali non è una macchina, o almeno non è una macchina così semplice come queste teorie ormai datate possono fare pensare.

Il condizionamento operante non può quindi essere usato?

In realtà il condizionamento operante è una delle basi di alcune teorie psicologiche moderne, come la "Relational Frame Theory", da cui derivano la "Terapia di accettazione e di impegno nell’azione" e "La terapia cognitivo comportamentale", e la Programmazione Neuro Linguistica"; viene quindi tutt'ora ampiamente usato, anche se con un approccio decisamente più moderno e coerente.

Ecco quindi le tre magiche regole sul migliore uso del condizionamento operante:

Contesto - Il problema va risolto nel contesto dell'ambiente, delle persone e di eventuali altri animali presenti. E' inutile che il cane esegua perfettamente esercizi al campo scuola se poi a casa abbaia, ruba dalla tavola e morde.
E'anche inutile che il cane risponda ai comandi dell'istruttore e non del padrone.

Valore - Il rinforzo positivo dev'essere visto e accettato come reale gratifica per il cane. Ho visto cani accettare di malavoglia bocconcini per "fare un piacere" al conduttore. Non c'è solo il cibo, c'è anche l'affetto e soprattutto il gioco. Con gioco, ovviamente, non si intende "un giocattolo", ma un coinvolgimento fisico ed emotivo cane-conduttore.

Relazione - Qualsiasi tipo di rinforzo non può prescindere da una relazione positiva cane-conduttore. Un premio o una sgridata hanno valore solo e soltanto se il cane ha fiducia e rispetto del conduttore e viceversa.

Avete letto fino a qui? (azione)

Bravi! (rinforzo positivo)

Con fiducia, rispetto e collaborazione. :)

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