martedì 29 gennaio 2013

La mente del cane e la Programmazione Neuro Linguistica



La Programmazione Neuro-Linguistica è una serie tecniche fra le più avanzate per controllare il comportamento; usa il linguaggio per manipolare i processi neurologici.

Gli esseri viventi come noi e i cani, creano una rappresentazione mentale del mondo che viene chiamata "mappa cognitiva", e adattano questa mappa alle proprie esperienze.

Secondo Richard Bandler, l'ideatore della PNL, questa mappa è simile a un programma di un computer, e in quanto tale può essere cambiata.

Questo è possibile perché non si vuole cambiare il mondo, ma soltanto la nostra idea del mondo, che non sono la stessa cosa: "La mappa non è il territorio".

Vale la pena ricordare che in realtà questo concetto non è del tutto recente:

"Siamo ciò che pensiamo. Tutto ciò che siamo è prodotto dalla nostra mente."

e anche:

"Nella mente ha origine la sofferenza; nella mente ha origine la cessazione della sofferenza."

Siddhārtha Gautama (meglio conosciuto come Buddha) 566 a.C.

Un esempio potrebbe chiarire il concetto:

Es. (re-framing)

- Non posso fare quell'esame, è troppo difficile! Ho paura di non farcela!
- Quell'esame è molto difficile, devo prepararmi al meglio, così posso superarlo!

Le parole sono praticamente le stesse ma la spinta motivazionale è molto diversa.

La PNL può essere utilizzata per risolvere fobie, ossessioni, motivare e tanto altro; agli amanti dei quattrozampe pelosi viene quindi spontaneo pensare di poterla utilizzare anche per i problemi comportamentali dei cani:

Ossessioni come inseguirsi la coda, leccarsi o mordersi compulsivamente parti del corpo etc.
Aggressività verso altri cani, persone o altri animali.
Paure, fobie.
Iperattività, sindrome dell'abbandono.

Alcune tecniche e concetti della PNL possono sembrare molto adatte all'educazione cinofila.

Le ancore, ad esempio.

Vi ricordate il cane di Pavlov? Mentre gli si mostrava il cibo il cane salivava, contemporaneamente veniva suonato un campanello. Dopo un po', il cane associava il campanello al cibo così, quando veniva suonato, il cane salivava.

Il campanello, in questo caso, è un'ancora. La nostra vita è piena di ancore: una canzone ci ricorda un vecchio amore, il profumo di biscotti la nostra infanzia… le pubblicità sfruttano tantissimo le ancore per associare suoni e immagini ai prodotti.

Anche la vita dei cani, come il cane di Pavlov, è soggetta alle ancore: quando ci mettiamo quella vecchia giacca vuol dire che si va a fare una passeggiata nei campi, quando si apre quel cassetto dove è custodito il cibo per cani, è ora di cena, quando si sente la macchina entrare dal cancello, il padrone sta arrivando.

Le ancore sono più di un riflesso condizionato, sono la chiave per evocare emozioni, ricordi, sentimenti.

A volte le ancore portano a una situazione non desiderabile, e allora le tecniche della PNL ci possono essere di aiuto:

Pattern Interrupt
Ristrutturazione (re-framing)
Sostituzione (Swish)
Rapport - Matching, Mirroring

Prima di addentrarci nelle varie tecniche, dobbiamo chiarire un dubbio: la PNL è basata sulla manipolazione del linguaggio... ma i cani non parlano italiano!

Albert Mehrabian, nel suo studio sulla comunicazione, ha ricavato la regola sperimentale del 7%, 38% e 55%.

Quando due individui comunicano:

il 7% della messaggi arriva tramite le parole
io 38% attraverso il tono, il volume e il ritmo della voce
il 55% attraverso la fisiologia (postura, gesti, movimenti degli occhi)

Quindi la parola rappresenta solo una piccola parte del messaggio comunicativo e non usarla con i cani non è necessariamente un problema.

Noi in realtà comunichiamo già benissimo con i cani, lo facciamo da circa 15.000 anni, da quando andavamo a caccia insieme nella savana.

Da poche centinaia di anni, da quando prima con la stampa, poi la radio, poi la televisione abbiamo dato sempre più importanza alla parola, e abbiamo quasi trascurato gesti, postura, mimica facciale e tono della voce.

Ai cani manca (solo) la parola, ma comunicano!

Con un po' di attenzione, lo studio dei segnali pacificatori e di invito al gioco, dell'etogramma del cane (http://ilguinzaglioinvisibile.blogspot.it/2013/01/analisi-comportamentale-ed-etogramma.html) e con l'aiuto della materica comportamentale, possiamo recuperare e razionalizzare quella parte istintiva che abbiamo dentro di noi che ci permette di comunicare con il nostro amico peloso.

E di questo parleremo ancora.

Con fiducia, rispetto e collaborazione. :)

Scarica gratuitamente i podcast del "Guinzaglio invisibile"!



Sito web "il guinzaglio invisibile"
email: info@ilguinzaglioinvisibile.it

Il libro "Dog 3.0 - il guinzaglio invisibile" è disponibile su Amazon.it


venerdì 25 gennaio 2013

Dominanza, gerarchia, leadership nei branchi di cani? Sì, ma con flessibilità!

Parliamoci chiaro, a noi cinofili piace discutere, e ci piace lanciarci in interminabili diatribe sui diversi modi di intendere "il cane".

Fra i temi più dibattuti, dopo naturalmente l'epico "collare o pettorina", spiccano la "dominanza" e la "gerarchia", spesso confuse fra di loro, e naturalmente "capobranco".


La dominanza in etologia è lotta ritualizzata per il possesso di una specifica risorsa in un determinato momento, che può essere la ciotola del cibo, una pallina, una femmina o altro. La dominanza è una forma rituale, non implica aggressività, anzi: la dominanza serve proprio per evitare l'aggressività all'interno di un contesto sociale; serve a non farsi male.

Da notare che un individuo del branco può essere dominante nei confronti di un altro riguardo ad esempio al cibo, ed essergli sottomesso per una pallina.

Dominanza e sottomissione non sono fissi, sono flessibili e vengono adattate secondo le necessità.

La gerarchia è il modo di organizzarsi di una società. Gli umani preistorici avevano il clan, gruppo sociale monofamiliare gestito dall'anziano della famiglia, e la tribù, plurifamiliare, dove il capo veniva eletto tipicamente da un consiglio di anziani.

La cosa sorprendente è che gli studi di Mech e Bonanni rilevano lo stesso modo di organizzarsi in clan e tribù nei branchi di lupi e di cani randagi!

Il branco naturale di lupi studiato da Mech è un branco unifamiliare, la leadership è della coppia di genitori o nonni. Nei branchi più grandi, ibridi o artificiali, cioè creati dall'uomo, la leadership viene gestita da una o più coppie o individui che letteralmente si danno il cambio e si aiutano nella gestione a seconda della necessità.

In pratica il leader o i diversi leader, vengono "eletti" dal branco, perché riconosciuti migliori a gestire  determinate attività.

Una curiosità: nei branchi di cani selvaggi africani la leadership dura in media due o tre anni. Se il leader è stato bravo, alla fine del mandato va letteralmente "in pensione" all'ultimo posto nella scala gerarchica; se è stato troppo tiranno, viene ucciso... ammettiamolo, forse ci piacerebbe fare così anche con i nostri politici? ;)

L'ordine interno dei branchi di lupi e cani è gestito tramite gerarchia, i ruoli sono chiari e, come riportano Bonanni e Mech, difficilmente sono occasione di scontri cruenti; il meccanismo dominanza - sottomissione permette di gestire le piccole diatribe fra elementi del branco senza particolari problemi né incidenti.

Se consideriamo il branco costituito dalla famiglia umana e uno o più cani o altri animali, possiamo considerarlo come i branchi artificiali dei lupi di Mech, o quelli dei cani randagi di Bonanni, dove uno o più individui vengono riconosciuti leader e gestiscono l'attività della famiglia.

Non vi piace la parola "capobranco"? Ok, possiamo chiamarli... "mamma e papà"! ;)

Per quanto mi riguarda, il mio cane può anche rivolgersi a me con "bella zio!", l'importante è che la nostra relazione sia basata sulla fiducia e sul rispetto.

Non capisco come sia possibile, alla luce dei più recenti studi, e spesso citandoli in maniera incorretta, negare la stessa esistenza della dominanza, della gerarchia e della leadership all'interno dei branchi di lupi e di cani… per non parlare di chi nega l'esistenza stessa dei branchi di cani!

Personalmente ritengo che le migliori chiavi di lettura siano rappresentate dalla flessibilità e dall'adattabilità che contraddistinguono sia i cani sia gli uomini, che hanno reso possibile l'evoluzione delle nostre specie. 

L'evoluzione nasce infatti dalla continua risposta agli stimoli dell'ambiente e all'adattamento alle nuove scoperte e idee.

Al contrario la rigidità e l'ottusità sono un grande freno al sapere e, in termini evoluzionistici, alla vita stessa.

Con fiducia, rispetto e collaborazione.

Scarica gratuitamente i podcast del "Guinzaglio invisibile"!



Sito web "il guinzaglio invisibile"
email: info@ilguinzaglioinvisibile.it

Il libro "Dog 3.0 - il guinzaglio invisibile" è disponibile su Amazon.it


martedì 15 gennaio 2013

I cani sono di destra o di sinistra?


Tranquilli, non è un articolo sulle prossime elezioni! :)

Anche perché la domanda non è ben formulata, dovrebbe infatti essere: i cani sono progressisti o conservatori.

In effetti l'idea che conservatori e progressisti siano diversi non è nuova e fa parte anche del senso comune; il dualismo ha sempre prevalso sul pluralismo, il bianco e nero sulle sfumature di grigio.

Da un recente studio sulle neuroscienze veniamo però a scoprire che queste differenze non sono culturali, cioè determinate dal condizionamento, ma genetiche.


Un individuo nasce conservatore o progressista, i loro cervelli sono differenti.

Che cosa vuole dire però essere conservatore o progressista?

Lo studio ha scoperto che i progressisti hanno un maggior volume di materia grigia nella corteccia anteriore, i conservatorii un maggior volume volume dell'amigdala destra.

In pratica, I progressisti hanno più materia grigia nella parte del cervello associata con la comprensione della complessità, mentre il cervello conservatore è più grande nella sezione relativa all'elaborazione della paura.


Se pensiamo alla nostra storia evoluzionistica, che negli ultimi 15000 anni condividiamo con il cane, vediamo che le due forze progressista, legata all'innovazione, alla sperimentazione e alla scoperta, e quella conservatrice, legata alla paura e alla prudenza, sono le due forze vitali che, contrastandosi e convivendo nei gruppi sociali, rendono possibile la continuazione della specie.

Pensiamo a un cacciatore di 15000 anni fa, nella savana; per sopravvivere deve cacciare le prede, ma a sua volta è cacciato da predatori, se è troppo progressista (temerario) commetterà qualche imprudenza e verra mangiato, se troppo conservatore (pauroso) se ne starà nella sua caverna… e morirà di fame.

Questo combacia con la teoria evoluzionistica comportamentale, citata fra l'altro da Michael Chrichton in Jurassic Park e suffragata dai modelli matematici della teoria del caos, secondo cui una società troppo progressista finisce nel caos, una troppo conservatrice nell'immobilismo, in entrambi i casi va verso l'estinzione.

Ormai sono sempre più evidenti le similitudini fra la mente dell'essere umano e quella degli animali. Se consideriamo che il cane è l'animale che più di ogni altro ha condiviso gran parte della nostra evoluzione, è possibile che anche i cani possano nascere in qualche modo conservatori o progressisti, paurosi o temerari.

Questo potrebbe darci degli interessanti spunti per la comprensione e la gestione di problemi comportamentali e darebbe un nuovo significato a "dominanza" e "sottomissione", "predatorietà" o "paura".

Vi propongo un piccolo test: il vostro cane è di destra o sinistra? :)

Con fiducia, rispetto e collaborazione.

Scarica gratuitamente i podcast del "Guinzaglio invisibile"!


Sito web "il guinzaglio invisibile"
email: info@ilguinzaglioinvisibile.it

Il libro "Dog 3.0 - il guinzaglio invisibile" è disponibile su Amazon.it


venerdì 11 gennaio 2013

L'insostenibile leggerezza del costo di avere un cane.



Secondo un sondaggio realizzato dall'Irisme consulting, per nutrire i cani domestici in Italia si spendono due miliardi e duecento milioni di euro l'anno mentre un miliardo e trecento milioni per i gatti.

Considerando che nel nostro Paese ci sono circa 6 milioni di cani e 7 milioni di gatti, facendo la cosiddetta "media del pollo" si ricava che per il cibo ogni cane italiano costa quasi 400 € e ogni gatto quasi 200 €.

Chi legge queste statistiche, probabilmente, a questo punto dirà: sì, magari!!

Se faccio un piccolo conto, considerando che Elsa è un golden retriever di 30 Kg, ha qualche problemino di intestino e non può mangiare qualsiasi cosa, costa all'anno poco meno di 1400 €.

Poi c'è il veterinario, vari ossi, giochini, guinzagli…

Sicuramente non si può trovare un modo migliore per spendere i propri soldi, ma è chiaro che mantenere un cane costa.

A questo punto però, dobbiamo anche considerare che la popolazione dei cani domestici in Italia è praticamente raddoppiata negli ultimi 20 anni; se prima il cane veniva visto più come cane da lavoro (guardia, caccia, pastore), ora la stragrande maggioranza dei nostri amici pelosi vive nostre case e condivide la vita della famiglia, è diventato cane "da compagnia".

Sfortunatamente molti cani che noi consideriamo teneri peluche, sono ancora dei cani da lavoro: da guardia, da caccia, da pastore e la vita familiare non sempre riesce a soddisfare i loro veri bisogni e possono verificarsi problemi comportamentali.

Del resto, i padroni dei cani non hanno le conoscenze e la sensibilità per affrontare da soli tali problemi.

La cosa migliore da fare è naturalmente rivolgersi ad un professionista, che giustamente deve essere pagato per la propria professionalità.

Va purtroppo detto che, pur amando i cani, non tutti possono permettersi di pagare grosse somme per un buon addestramento.

Poiché la popolazione di cani domestici è in forte aumento, anche il numero di problemi con i cani aumenterà, e se non si trova il modo per portare il maggior numero di cani possibili, e i loro padroni, nei campi di educazione cinofila, avere un cane, una delle cose più belle al mondo, diventerà presto un problema sociale, gli abbandoni aumenteranno, e con questi anche il ricorso all'eutanasia.


Il 96 percento dei cani abbandonati non è stato educato, questo significa che un cane educato per la famiglia non un problema.


Il consiglio è quello di educare sempre il cane, e il padrone; cercate un buon educatore cinofilo che, indipendentemente dal metodo usato, possa fare in modo che il rapporto con questo straordinario essere peloso sia la gioia che cani e umani meritano che sia.

Corsi e lezioni possono costare da 300/400€ ai 3000€, ma dalla mia esperienza,  a volte la differenza di prezzo non viene giustificata dalla qualità e dai risultati.

Se inoltre dopo 3/4 lezioni non si riesce a vedere un miglioramento, se vi viene detto che la strada è lunga, ci vuole pazienza, etc... solitamente sarebbe meglio darsi un'occhiata in giro e provare un altro educatore.

Con fiducia, rispetto e collaborazione. :)

P.S. Grazie ad Alessandra Ambrosi per le foto di Lander e Carlitos, felicemente salvati da una "perrera" spagnola.

Scarica gratuitamente i podcast del "Guinzaglio invisibile"!



Sito web "il guinzaglio invisibile"
email: info@ilguinzaglioinvisibile.it

Il libro "Dog 3.0 - il guinzaglio invisibile" è disponibile su Amazon.it


sabato 5 gennaio 2013

La grande menzogna sul collare a strozzo


Sono un ignorante.

Sono un ignorante nel senso che ignoro, ed è bellissimo essere ignorante, perché ogni giorno si può imparare qualcosa di nuovo!

Per imparare però bisogna essere curiosi, bisogna essere come i bambini che chiedono sempre: "perché"? E allora io mi chiedo perché.

Ad esempio mi chiedo perché, guardando il servizio su Cesar Millan a "Striscia la notizia", vari esperti ce l'hanno tanto su con il collare a strozzo.

Nel servizio, ma un po' ovunque in rete, si citano "studi scientifici che dimostrano la pericolosità del collare a strozzo".

Caspita! Non voglio mica far male al mio cane! Scrivo ad ASETRA (15 novembre) e chiedo dove posso trovare questi studi, anche pagando, perché so che gli studi scientifici seri su Nature, Scientific American, Psycholgy Today e altri si pagano cari e sono in inglese, ma per l'inglese fortunatamente, non c'è problema.

Oggi è il 5 gennaio, e non ho ancora ricevuto risposta, saranno in vacanza.

Ma non mi do per vinto e vado a cercare questi studi in rete; e qui cominciano le prime difficoltà, perché di "studi" non ce ne sono poi molti, anzi, ce ne è uno, del 1994, dello svedese (che però vive in California) Anders Hallgren: "Back problems in dogs", articolo apparso su una rivista veterinaria locale e diventato libretto (32 pagine) disponibile però solo in svedese.

Con un po' di ricerca, però, riesco a trovare il riassunto dello studio che vi consiglio di leggere; e mi vengono i primi dubbi.

Innanzitutto è impressionante notare che fra i 400 cani esaminati da Hallgren il 63% aveva "back problems", problemi di schiena, che mi sembra veramente tanto.

Di questi, il 26.87% aveva problemi alle vertebre cervicali, quindi il 16,97% dei 400 cani, 67 cani.

Questi 67 cani, dunque, avevano problemi cervicali perché usavano il collare a strozzo?

Copio e ncollo dallo studio: "There was no correlation between choke chain collars and back problems".

Ovvero: non c'era correlazione fra collare a strozzo e problemi di schiena.

Ma… allora?

"Jerking and pulling. On the other hand, there seems to be a connection between how the collar is handled and back problems. Pulling and jerking on the leash affect especially the neck and throat in the dog".

"Strappi e tiri. D'altra parte, sembra esserci una connessione tra come viene gestita il collare e problemi di schiena. Tiri e strappi al guinzaglio influenzano in particolare il collo e la gola nel cane".

Quindi lo studio ci dice che se tiriamo il cane o se, come era abitudine in Svezia anni fa, il cane è legato alla catena (considerato giustamente in Italia "maltrattamento" e punibile per legge), ci possono essere problemi di schiena e cervicali.

A parte che mi sembra che lo studio non faccia altro che confermare il buon senso, ma non dice altro che qualsiasi tipo di collare, anche fisso o la cavezza, se usato in modo improprio può provocare problemi.

Ma forse che un cane con la pettorina, se tira in continuazione, non può avere qualche problema? Osservate come tira il border collie nella prima puntata di "Scambio cane", prima dell'intervento di Angelo Vaira: a lungo andare, anche se indossa una pettorina, non avrà forse problemi?

Poiché sono ignorante, e sono curioso, mi chiedo perché comunque usare un collare a strozzo; e la risposta è che, se lo si sa usare, si ha un maggiore controllo del cane, si comunica con il tatto, oltre che con la voce e la vista.
E in caso di aggressività, si può evitare di essere morsi.

E come si fa a controllare un cane aggressivo senza il collare a strozzo?

Semplice: lo si droga.

Si usano psicofarmaci, come quelli usati per gli umani. Negli USA il mercato di questi farmaci è di decine di milioni di dollari in crescita esponenziale; il mercato potenziale in Italia, dove la popolazione di animali domestici è più che raddoppiata negli ultimi 10 anni, è ovviamente molto interessante.


La terapia farmacologica non serve del resto da sola a "guarire" il cane, ma è sempre consigliata una (lunga) terapia comportamentale eseguita da comportamentalisti "certificati" che può costare anche 100€ a seduta.

Un business niente male ;)

Un collare a strozzo costa dai 5 ai 30€, per qualche lezione da un buon educatore cinofilo locale si può spendere dai 100 ai 500 € e solitamente si risolvono i problemi con qualche dritta, qualche regola e una maggiore attenzione ai bisogni del cane.

Non amo particolarmente il collare a strozzo e i miei metodi sono differenti da quelli di Cesar Millan (che comunque ama i cani e con la sua fondazione ne salva veramente tanti); ma quello che proprio non mi va giù è che si facciano passare delle vere e proprie menzogne come "Vangelo", per motivi che il lettore può immaginare, sfruttando una delle cose più belle dell'animo umano: l'amore per i nostri amici animali.

Del resto sono ignorante, solo un po' curioso, e aspetto fiducioso una risposta che mi faccia capire che ho sbagliato.

Con fiducia, rispetto e collaborazione.

Scarica gratuitamente i podcast del "Guinzaglio invisibile"!



Sito web "il guinzaglio invisibile"
email: info@ilguinzaglioinvisibile.it

Il libro "Dog 3.0 - il guinzaglio invisibile" è disponibile su Amazon.it


mercoledì 2 gennaio 2013

Analisi comportamentale ed etogramma del cane


Non sempre è facile capire i segnali dei nostri cani, vediamo Fido abbaiare, ringhiare e diciamo che "va in aggressività".

Ma come facciamo a capire quando Fido vuole "attaccar briga" o ci sta dicendo che ha semplicemente paura?
Molti hanno analizzato e catalogato vari atteggiamenti dei cani, fra tutti Turid Ruugas, che fra i primi ha descritto quelli che ha chiamato "segnali calmanti" (lettura consigliatissima!).

Purtroppo un segnale di disagio, ad esempio leccarsi il naso, non ci dice tutto.

Data una determinata situazione "X", un altro cane, un rumore, una persona, una preda… Fido è a disagio perché ha paura e vuole evitare, "allontanarsi" dalla situazione? O forse è eccitato perché non vede l'ora di lanciarsi, "andare verso" la situazione?

Questa non è semplice curiosità; il nostro comportamento potrebbe, e dovrebbe, essere molto diverso se Fido ha paura o, ad esempio, vuole aggredire un altro cane.

Talvolta è piuttosto difficile determinare con assoluta e scientifica certezza quello che Fido ci vuole comunicare, ci sono tante variabili: il territorio, l'esperienza del cane e del conduttore, in parte anche la filogenesi del cane (il comportamento di razza, indicativo, ma non esaustivo).

La tabella seguente è un semplice etogramma (catalogo dei comportamenti propri di una specie animale) che può aiutarci a comunicare con Fido.


Per una migliore comprensione dei comportamenti del cane in base ai suoi bisogni, la matrice comportamentale del cane può essere di ulteriore aiuto.

Attenzione: la cinofilia non è matematica, avere una buona relazione col proprio cane può essere meglio di qualsiasi schema o tabella! ;)

Con fiducia, rispetto e collaborazione.

Scarica gratuitamente i podcast del "Guinzaglio invisibile"!


Sito web "il guinzaglio invisibile"
email: info@ilguinzaglioinvisibile.it

Il libro "Dog 3.0 - il guinzaglio invisibile" è disponibile su Amazon.it