venerdì 19 luglio 2013

Proteine del latte per cani con stress. Ma non è meglio la marijuana?

Purtroppo le stragi nelle scuole americane, condotte nella maggior parte dei casi da soggetti sotto effetti di psicofarmaci, non sembra che la moda di somministrare agli animali droghe psicoattive si stia esaurendo.

Ma degli psicofarmaci ho già parlato in questo post; questa volta vorrei parlare delle proteine del latte.

Molti comportamentalisti, veterinari o meno, sembrano di manica larga nel suggerire o somministrare le proteine del latte nei casi di problemi comportamentali, o presunti tali, come iperattività, aggressività, abbaiare eccessivo o non ubbidienza in generale.

Non è necessaria una ricetta per acquistare le proteine del latte, che vengono addirittura definite un "rimedio naturale".

Cosa vuol dire "naturale"?

Il latte è il primo alimento del cucciolo di mammifero, incluso l'uomo, e ogni mamma ha un latte di diversa composizione: l'uomo ha un tipo di latte, il gatto ne ha un altra, il cane ne ha una ancora diversa, l'elefante anche, la balena pure e così via.

Elsa è molto stressata :)
E' noto che dare a un bambino latte di mucca, può scatenare violente reazioni .

E' noto anche che dopo lo svezzamento nessun mammifero, incluso l'uomo, beve latte.

In realtà l'uomo beve latte e consuma i suoi derivati da poche migliaia di anni, dalla grande rivoluzione agricola, ovvero da quando da raccoglitore/cacciatore è diventato coltivatore/allevatore.
In termini evoluzionistici 10000 anni non sono nulla, e quindi non dovrebbe sorprendere che tante persone soffrono di allergie, anche molto gravi, al latte e i suoi derivati.
Circa il 7/8% dei bambini soffre di allergie al latte, mentre il 70% delle persone soffre di una qualche intolleranza.

Ma le cose possono essere di gran lunga peggiori:

dal sito del dottor Cordain: http://thepaleodiet.com/paleo-basics-2/qa-with-dr-cordain-milk/

1. Di tutti gli alimenti, il latte di mucca consumata dall'uomo è il numero uno quando si tratta di provocare allergie alimentari.

2. Il consumo precoce (meno di 1-2 anni di età) di latte di mucca da parte dei neonati aumenta il rischio di diabete di tipo 1

3. Il latte di mucca è implicato in una varietà di malattie autoimmuni, incluse sclerosi multipla, diabete di tipo 1, morbo di Crohn e colite ulcerosa

…l'elenco è molto lungo.

Il latte, soprattutto di un'animale diverso, in età adulta, non è quindi una scelta "naturale".

Contrariamente a quello che si pensa, il problema non è solo dello zucchero del latte, il lattosio, ma i problemi sono spesso riconducibili alle proteine del latte, le caseine, e i peptidi, pezzetti di proteine non interamente digerite e dissociate in aminoacidi.

Perché quindi dare a un cane con "problemi comportamentali" le proteine del latte sapendo che ci possono essere dei rischi, anche gravi, oltre a facili coliti, vomito e diarrea?

Le proteine del latte producono un effetto calmante, ovvero stimolano i recettori oppiacei del cervello, in modo simile a morfina e eroina e marijuana, che essendo una pianta, può essere considerata un metodo "naturale" più delle proteine del latte. Fareste veramente fumare la marijuana al vostro cane?

Il cane non si calma: viene drogato.

Poiché gli effetti sono quelli di una droga psicotropa, il cervello, quello del cane ma anche il nostro, reagisce in modo analogo.

Lo stress, che queste proteine del latte si propongono di "eliminare", è una condizione fisiologica legata alla sopravvivenza; il corpo reagisce attivandosi e acuendo i sensi in caso di minaccia.

Se noi inibiamo artificialmente l'effetto dello stress, senza neppure cercare di capire quali sono le cause, il cervello pensa (giustamente) di essere stato avvelenato, di avere qualcosa che non va, e di essere in pericolo, il che causa a sua volta un aumento della condizione di stress che può anche portare, come nel caso degli psicofarmaci, all'aggressività.

Quindi, se diamo le "naturali" proteine del latte al cane per calmarlo, potremmo addirittura renderlo più aggressivo.

Perché invece di drogare il nostro amico a quattro zampe, di provocargli vomito, coliti e diarrea e altre possibili brutte cose, non cerchiamo di capire qual'è la causa del suo comportamento? Cosa sta cercando di dirci Fido?

Volete un rimedio per il vostro cane con "problemi comportamentali"?

Uscite e fate una lunga passeggiata in campagna o in un parco, senza telefonino, iPod o tablet.

Questo è veramente un rimedio naturale, e fa bene anche a voi, l'esposizione al sole infatti:

rende il fisico più tonico e vitale
aumenta la produzione di serotonina e testosterone.
migliora il nostro umore
stimola il tono fisico e muscolare
ci rende più forti e resistenti alla fatica
attenua eventuali sensazioni di dolore
stimola la sessualità maschile e femminile

Con fiducia, rispetto e collaborazione.

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mercoledì 17 luglio 2013

Il fiuto del cane: addestramento alla ricerca del cane con il fiuto

Gli esseri umani percepiscono il mondo attraverso 5 sensi: vista, udito, olfatto, tatto, gusto.

A seconda della situazione in cui ci troviamo la nostra attenzione si concentra su uno o due sensi; ad esempio al cinema siamo più attenti a quello che vediamo e sentiamo che all'odore dei pop corn, al ristorante la nostra attenzione si focalizza sul gusto, in un bagno pubblico... sull'olfatto ;)

La storia della nostra evoluzione ci ha portato ad assumere una postura eretta, probabilmente per vedere meglio da lontano sopra i cespugli della savana. Non c'è da stupirsi se privilegiamo la vista e l'udito rispetto agli altri sensi. A questo aggiungiamo che l'inquinamento nelle città e il cibo che mangiamo, il fumo attivo o passivo, ci portano ad essere sempre più insensibili a odori e sapori.

La nostra educazione poi ci porta a non usare il tatto: "vedere e non toccare è una cosa da imparare"; il contatto fra individui, come in metropolitana o autobus nelle ore di punta, assume una connotazione negativa, lo stesso contatto fra partner è limitato ai momenti di intimità. Il tatto è diventato un tabù.

Se tuttavia pensate che ormai i nostri sensi da umani moderni si siano indeboliti al punto di non poterli utilizzare, provate a fare una passeggiata in un bosco di notte, o provate a bendarvi e lasciarvi guidare da un cane guida per non vedenti; probabilmente scoprirete cose di voi e dei vostri sensi che mai avreste sospettato :)

Si pensa comunemente che per i cani sia diverso, che privilegino l'olfatto rispetto ad altri sensi.


È sicuramente vero che la vista del cane non è come la nostra. Gli esseri umani elaborano 3 stimoli luminosi: il rosso, il verde e il blu. I cani ne elaborano 2: il giallo (che equivale al rosso più il verde) e il blu.

Leggi il post: Come i cani vedono i colori... e la loro bella palla rossa! :)

La differenza fra le due visioni è dovuta al fatto che il cane è un predatore/cacciatore: la vista è più concentrata sul movimento piuttosto che sulle sfumature di colore. L'essere umano è prevalentemente un raccoglitore, poi evolutosi in cacciatore negli ultimi 2 milioni e mezzo di anni. La vista dell'uomo si è adattata a riconoscere frutti, radici e bacche colorate, oltre che percepire minacce e prede in movimento.

In realtà, chi prova a lavorare col cane alla ricerca di oggetti, si rende subito conto che anche i cani, nonostante le differenze con la nostra vista, privilegiano la vista e l'udito.

L'olfatto entra in gioco infatti quando i due sensi privilegiati falliscono.

Ho fatto un esperimento: ho preso una pallina rossa e l'ho lanciata in un prato, abbastanza lontano, lasciandola cadere e rotolare. Una volta che si è fermata ho aspettato qualche secondo poi ho lasciato che Elsa, la mia golden retriever, la andasse a cercare. Elsa si è subito diretta verso l'ultima posizione nota; considerate che il cane è più basso di voi e quindi ha una percezione diversa delle distanze.

Raggiunto il punto dove Elsa ha ritenuto più probabile trovare la pallina, dove l'ha vista cadere, ha iniziato ad annusare per terra e a girare in cerchio aumentando il raggio ad ogni giro, in pratica disegnando una spirale. Ad un certo punto si è fermata: aveva trovato la traccia olfattiva della pallina e si è diretta verso un altro punto dove ha ricominciato da capo a girare e a annusare finché ha trovato quello che cercava: la sua pallina rossa!

LPS: Last Point Seen. Ultimo posto dev'è stata vista... o percepita ;)
Se provo a farlo con una pallina gialla; a meno che non sia del tutto nascosta, Elsa la trova molto più velocemente perché per lei il giallo è molto più visibile del rosso.

Anche se i'olfatto del cane entra in gioco dopo vista e udito, è una preziosa risorsa per il cane. Probabilmente è uno dei (tanti) motivi per cui il cane e l'uomo collaborano da così tanti anni, forse più di 40.00: il cane e l'uomo insieme a caccia nella savana costituivano una macchina da guerra micidiale.

Qualcuno potrebbe essere incuriosito dall'esperimento proposto, e magari si chiede come ho fatto ad addestrare Elsa ad eseguire le ricerche in modo così efficiente e professionale. 

In realtà, come la maggior parte delle cose che so sui cani, me lo ha insegnato lei :)

Con fiducia, rispetto e collaborazione.

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lunedì 15 luglio 2013

Addestramento del cane: classi di socializzazione per cuccioli... e cani adulti!

Ogni centro cinofilo oggi propone classi di socializzazione per i cuccioli. La socializzazione, attraverso il gioco, costituisce un importante evento formativo del cane. È giocando che il cane impara l'educazione, fino a che punto può mordere, fino a che punto può spingersi prima di essere "sgridato" dagli altri cani.

Le classi di socializzazione sono l'equivalente dell'asilo e delle elementari degli umani.


Ho aggiunto elementari perché nelle classi di socializzazione non ci dovrebbe essere solo il gioco fra cani, ma anche un'attività strutturata.

Nelle classi di socializzazione, solitamente i cani imparano alcuni comandi come il "seduto", più raramente il "terra" e la condotta al guinzaglio.

Personalmente inizierei anche un percorso di gestione dell'aggressività,  esercizi con salsicciotti e palline finalizzati a uno dei comandi a mio avviso più importanti su cui poco si insiste e spesso si ignora: il "lascia".

Insegnare  ai cuccioli il "lascia" significa evitare tanti possibili problemi in futuro, risolere conflitti dovuti a dominanza e a volte salvare un gatto, o altro animale.

Le classi di socializzazione cuccioli non dovrebbero limitarsi al campo scuola; i possibili problemi si incontrano nelle strade, dove Fido incontra altri cani, talvolta poco educati, deve camminare su grate o altre superfici per lui inusuali e potenzialmente "pericolose".

Uscire dal campo, avventurarsi nel mondo reale affiancati a un istruttore qualificato, insegna ai padroni del cane come comportarsi nelle varie situazioni e gestire nel modo migliore le possibili "emergenze".

Le attività e i giochi che coinvolgono l'olfatto, come il "nascondi e trova", sono altrettanto importanti, un cane che usa il naso per scoprire il mondo è generalmente più equilibrato rispetto al cane che usa solo la vista.

Gli esercizi sulla manipolazione aiutano il cane e il padrone a non temere il contatto fisico e migliorano la relazione incrementando la fiducia reciproca.

Tutto questo si può trovare nelle classi per i cuccioli.

Curiosamente, quando si passa a classi successive, improvvisamente al cane non viene più permesso di avvicinare altri cani, perché ritenuto potenzialmente pericoloso.

Sicuramente questo non è del tutto sbagliato, gli scontri fra cani ci sono e i motivi possono esser diversi.

Dalla mia esperienza uno dei motivi più comuni è tuttavia proprio la mancanza di socializzazione nell'età adulta.

Il cane è un animale sociale, proprio come l'uomo, e ha bisogno della compagnia dei suoi simili, di fare con loro attività di gruppo, come farebbero in un ambiente non controllato dagli umani. Hanno ancora bisogno di giocare! Anche a noi piace fare sport, giocare con i videogiochi o fare gli aperitivi con gli amici, perché per il cane dovrebbe essere diverso?

Le aree cani sono un buon punto di incontro, purtroppo però non sono gestite e questo potrebbe causare dei problemi. Un'attività o gioco di gruppo, senza guinzaglio o con lunghine da 10 o più metri, gestita da istruttori qualificati in un posto controllato, può soddisfare i bisogni del cane che quindi non vengono frustrati.

Camminando per strada non è raro trovare cani che disperatamente tirano il guinzaglio, a volte abbaiando furiosamente per avvicinarsi ai loro simili. In generale non è aggressività; lasciati liberi, perlopiù i cani si annusano, a volte si invitato a giocare oppure si ignorano e ognuno va per la sua strada.

Chi immagina un mondo canino dove i cani si sfidano in continuazione per il predominio, dovrebbe a mio avviso osservare meglio il comportamento dei nostri amici a quattro zampe e i loro segnali, spesso molto chiari.

Purtroppo se al cane viene continuamente negata la socialità, interviene la frustrazione che, com'è noto, può portare facilmente all'aggressività. Lo stesso rapporto cane/padrone può venire compromesso.

Per quanto addomesticati, ai cani piace stare in branco e svolgere un'attività collettiva: 30/40.000 anni fa, nella savana, l'attività più usuale era probabilmente la caccia di persistenza o la ricerca delle tracce di animali.

Oggi le savane sono state sostituite dai parchi pubblici, e praticare caccia di persistenza in piazza Duomo a Milano o cercare tracce di Impala in metropolitana potrebbe non essere una buona idea.

C'è tuttavia un'attività, semplice ed economica, che permette di soddisfare i bisogni dei cani e i nostri: la passeggiata.

La passeggiata in gruppo (che quasi potremmo chiamare branco), preferibilmente con l'aiuto di un istruttore cinofilo, può essere una piacevole soluzione per soddisfare i bisogni dei nostri amici pelosi e passare piacevolmente un po' di tempo insieme; in fondo anche noi siamo animali sociali ;)

Con fiducia, rispetto e collaborazione.

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sabato 6 luglio 2013

Come insegnare il comando "a terra" al cane.

La prima cosa che mi viene in mente a proposito dell'insegnare il comando "a terra" al proprio cane è: perché mai dovrei insegnare al mio cane il comando "a terra" ?

Per un cane stare a terra, ovvero sdraiato sulla pancia, può significare 3 cose:

1 si sta riposando, magari nelle giornate calde si rinfresca al contatto col terreno
2 si sta preparando ad assalire
3 assume una posizione sottomessa per lasciarsi odorare e conoscere da altri cani.


Quindi, stando bene attenti al caso 2, che si può evincere da altri segnali come lo sguardo fisso sulla preda, bocca generalmente chiusa, orecchie tese in avanti e corpo teso, lo stare a terra indica uno stato di rilassamento.

Insegnare il comando "a terra" a un cane significa indurre uno stato di sottomissione e relax che può essere utilizzato in casi di ambienti rumorosi o caotici. Sono reduce da un viaggio di lavoro a Londra e da una serata di una bellissima Japanese Akita dal notevole carattere e istinto predatorio che al pub se ne stava "a terra" lasciandosi accarezzare da tutti :)

Il comando "a terra" si può usare in stazioni, treni, locali pubblici, strade cittadine o in caso di incontri con altri cani eventualmente poco educati.

Le difficoltà dell'insegnamento del comando "a terra" sono essenzialmente 2:

1 il cane a terra si sente più vulnerabile e, se ha un forte carattere, non è contento di perdere il controllo a comando

2 il cane non capisce cosa vogliamo da lui

I metodi noti per insegnare il comando "a terra" al cane sono di tre tipi:

1 lo si "costringe" a mettersi a terra
2 lo si premia quando si mette a terra
3 il "luring"

Costringere un cane a mettersi a terra non è sempre facile, soprattutto su cani di un certo carattere. Se poi il cane è grosso la difficoltà diventa anche fisica. Se il cane non si mette a terra perché non capisce può funzionare, se non vuole perché non vuole perdere il controllo probabilmente non lo farà volentieri in seguito. 

I cani, come gli esseri umani, tendono ad associare suoni, eventi cinestesici a sensazioni e emozioni; il processo viene definito in PNL "ancoraggio" ed è qualcosa di simile al condizionamento classico di Pavlov. 

Se costringiamo il cane a sedersi potremmo associare il nostro comando all'essere a disagio. Quando il cane sentirà il comando a terra, probabilmente lo ignorerà o cercherà di evitarlo.

Premiare il cane quando esegue l'azione desiderata significa usare la tecnica del "condizionamento operante" di Skinner. In pratica si associa un'azione, che si presuppone spiacevole come il mettersi "a terra", a qualcosa di piacevole come un premio, tipicamente un bocconcino o il "click" del "clicker", a sua volta solitamente associato al bocconcino.

Con questa tecnica si ha l'illusione di essere più "gentili" col cane, ma di fatto per il cane l'azione di mettersi "a terra" rimane un'azione spiacevole che fa solo per ottenere il premio. Se il cane non ha fame o è attratto da qualcosa di più interessante di un bocconcino, non eseguirà il comando. E' noto inoltre che il condizionamento eseguito in questo modo perde efficacia col tempo a causa della "deriva istintiva".

Questo metodo non risolve comunque il problema di spiegare al cane cosa vogliamo da lui. Applicato in senso classico, il condizionamento operante prevede che il cane esegua spontaneamente un'azione casuale; io ho una certa età, potrei arrivare alla pensione prima di insegnare al mio cane il comando "a terra" ;)

Vediamo ora la tecnica del "Luring".

Luring vuol dire adescamento, in pratica usiamo un'esca per "attirare il cane". L'esca è costituita da qualcosa di interessante per il cane. Si può usare un bocconcino con un odore particolarmente caratteristico oppure un giochino, meglio se è uno di quelli che, schiacciandolo, emette un suono "squeak".

Ci si pone in piedi di fronte al cane e si attira la sua attenzione, si fa vedere il gioco o il bocconcino, la nostra "esca".
Ci si inginocchia e si tiene l'esca nel palmo della mano, avendo cura di tenere la mano fra l'esca e il cane, in modo che possa sentirne l'odore ma non la possa toccare.
Il cane cercherà di raggiungere l'esca; a questo punto si dà il comando "a terra" e si sposta la mano in basso.
Per arrivare all'esca, il cane abbasserà la testa; poiché però è una posizione scomoda, dopo un po' si metterà "a terra" per stare più comodo.
A questo punto gli si esprime la propria soddisfazione con un "bravo", tante coccole e gli si lascia l'esca.

Il processo deve essere ripetuto 8/10 volte; poi si può iniziare a farlo senza esca. Col tempo si può perfezionare e fare in modo che il cane esegua il comando al solo suono della voce, senza bisogno di alcun gioco o bocconcino.

La tecnica del luring può essere in parte confusa con il condizionamento operante, ma in realtà è uno strumento estremamente potente e, usato correttamente, produce effetti pressoché duraturi; non si "compra" il cane, né lo si costringe. Il luring è un gioco che stimola l'istinto predatorio del cane, il cane in pratica "caccia" l'esca, e cacciare è un'attività assolutamente naturale e piacevole per il cane.

Il premio non è ottenere il bocconcino o il giochino, è il gioco stesso! 

Una dinamica simile si ha quando si gioca col cane con la palla: si lancia la palla, il cane la rincorre la prende e la riporta in modo che il gioco ricominci.


Se il premio fosse la palla, il cane se la terrebbe; se cercassimo di costringere il cane a riportare la palla, difficilmente lo farebbe con lo stesso entusiasmo.

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giovedì 20 giugno 2013

L'estate del cane: come sopravvivere fra caldo e abbandono

E' arrivata l'astate, anche se sarebbe stato meglio se fosse prima arrivata la primavera ;)

I nostri amici pelosi, aggravati dalla pelliccia boccheggiano sul pavimento, noi accendiamo ventilatori e condizionatori e ci chiediamo se fare o meno la passeggiata.

Eccovi i 7 consigli che permetteranno ai nostri amici pelosi di sopravvivere all'estate nel modo migliore:

1 sembra abbastanza ovvio che le ore centrali della giornata non siano le più indicate per passeggiare con i nostri quattrozampe, solitamente si preferisce la mattina o la sera. Attenzione però: i nostri amici non hanno le scarpe e le loro zampe sono a diretto contatto con il terreno. Se passeggiate sulla strada, accertatevi che l'asfalto non sia troppo caldo, in città può tranquillamente arrivare a 50 gradi!
La mattina presto è preferibile alle ore serali perché l'asfalto non si è ancora scaldato dopo il fresco della notte.

2 viaggiare con un cane non comporta particolari problemi, a patto che sia abituato e che viaggi anche lui nell'abitacolo (sui sedili posteriori con la cintura di sicurezza) e possa usufruire dell'aria condizionata. Tenere il cane nel reparto bagagli non è una buona idea perché è molto esposto al sole e lontano dalle bocchette dell'aria.
Non lasciate mai il vostro amico in macchina durante la sosta. Anche con i finestrini aperti e all'ombra, la temperatura diventa presto insopportabile, il vostro amico rischia di morire e voi di prendervi una denuncia per maltrattamento.

3 se fate una passeggiata, lunga o corta che sia, accertatevi che ci sia a disposizione dell'acqua lungo la strada o portatene con voi.
Una ciotola d'acqua fresca deve sempre essere disponibile anche in casa o in giardino, se avete la fortuna di averne uno.

4 se lasciate il cane in giardino, accertatevi che il cane possa ripararsi all'ombra. Evitate cucce di plastica o non areate. Se volete fare felice il vostro cane, procuratevi una piscina per bambini, o meglio ancora un grosso tino, come quelli per la vendemmia e riempitelo d'acqua: il cane avrà la sua piscina personale con cui potrà divertirsi e rinfrescarsi

5 attenzione alla tosatura! A volte pensiamo di fare del bene tosando il nostro pelosone, ma così facendo possiamo togliergli la barriera naturale anti-scottatura!! Per alcuni cani con pelle particolarmente delicata, esistono in commercio delle creme solari, ma la cosa migliore è sempre quella di non lasciarli troppo al sole e al caldo.

6 se andate in vacanza al mare o al lago, scegliete una località dove i regolamenti comunali prevedano la possibilità anche per i nostri amici di entrare in acqua.
La normativa nazionale è diventata più permissiva che in passato, anche se la scelta è sempre dei comuni.
E' da sottolineare che sta ai proprietari controllare che il proprio animale non crei fastidio e che si pulicano le deiezioni.
Come nota personale, non ho nessuna intenzione di andare in un posto dove non accettano Elsa o non le lasciano fare il bagno.

7 se pensate invece di andare in vacanza in montagna o in qualche agriturismo in campagna, accertatevi che Fido sia vaccinato e sia stata effettuata una profilassi antiparassitaria. In commercio vi sono diverse soluzioni in gocce o collari. Chiedete al vostro veterinario quale sia la migliore per il vostro amico a quattro zampe.
In Italia sono poche le località dov'è obbligatoria l'antirabbica, ma se pensate di portare fido in mezzo a boschi  e prati, non è una brutta idea cautelarsi col vaccino; anche in questo caso, il veterinario è il vostro migliore referente.

L'estate è anche il momento delle campagne di sensibilizzazione contro l'abbandono degli animali, anche se purtroppo non è un fenomeno legato ai mesi estivi ma prosegue per tutto l'anno.
Per segnalare abbandoni di animali c'è un Numero Verde: 800 253608, segnatevelo subito sul telefonino!


o leggete il seguente codice QR e memorizzatelo nella rubrica, sperando che non vi debba mai servire :)



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mercoledì 12 giugno 2013

Dog 3.0 - il guinzaglio invisibile - Il libro!

Leggi il libro, e impara a comunicare col tuo cane capendo i suoi bisogni!

Imparerari anche:

- a disegnare la mappa cognitiva del cane
- come utilizzare la PNL (programmazione neuro linguistica) per comunicare
- come interrompere un comportamento fastidioso
- il significato del gioco per il cane
- come gestire la sindrome dell'abbandono

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Il libro è disponibile in formato elettronico "Kindle" su amazon.it e può essere visualizzato su Mac, Windows, Android, iPad, iPhone, iPod, oltre naturalmente ai tablet Kindle di Amazon.

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Contenuto

Questo è un libro sulla comunicazione.

Più precisamente è un libro sul “comunicare col cane”, che detto così sembra una cosa semplice, ma in realtà conosciamo ancora molto poco del cane, probabilmente è uno degli animali meno studiati del mondo!

Vediamo il cane salvare persone sepolte sotto le macerie di un terremoto, o sotto le valanghe, sventare traffici di droga o fare compagnia a malati terminali di cancro; ma cosa sappiamo di lui?

Ha quattro zampe.
Scodinzola.
Fa "bau bau".
Discende dal lupo.

La cosa che però deve incuriosire non è che facciamo fatica a comunicare col cane; il cane non usa il nostro linguaggio, ha quattro zampe, usa più il fiuto che la vista… ma, con un po’ di impegno… comunichiamo benissimo!

Gli diciamo “seduto” e lui si siede, gli diciamo “vieni” e lui viene, andiamo a passeggio insieme, vive in casa nostra, quando ha voglia di giocare ci porta la pallina, se siamo arrabbiati o tristi appoggia la testa sulle nostre gambe e se litighiamo abbaia per farci calmare.

Com’è possibile che ci intendiamo così bene con un essere così diverso da noi?

Nessun animale è stato così a stretto contatto con l’uomo, nessuno ci ha lavorato insieme così tanto, il livello di simbiosi fra uomo e cane è qualcosa di sorprendente. Uomo e cane sono complementari, la loro unione diventa uno straordinario essere a 6 zampe.

Forse perché, più o meno, sono quindicimila anni che il cane e l’uomo hanno iniziato il loro cammino in comune, e per capire come comunicare con questo incredibile animale dobbiamo fare un lungo viaggio, un viaggio che inizia in una savana, tanto tanto fa…

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Indice del libro

Introduzione – comunicare con il cane
Il guinzaglio invisibile
Dagli sconfinati territori di caccia al bilocale
La teoria della savana, quando l’uomo incontrò il cane
I limiti dei metodi “gentile” e “naturale”
La storia dell’uomo con il cane
Branco, tribù, clan e interbranco
Dog 3.0 - Il guinzaglio invisibile
Come ottenere la fiducia dal cane?
Come ottenere il rispetto di un cane
Il linguaggio del cane e i segnali calmanti
Psicologia cognitiva - la mappa mentale del cane
Dog OS – il sistema operativo del cane
I bisogni del cane
La Matrice Comportamentale del Cane
Il branco e il territorio
Realtà e percezione della realtà: il bias cognitivo
Capobranco o genitore? Cos’è la leadership
Come usare il guinzaglio
La risonanza psicologica e l’intelligenza emotiva
Il reindirizzamento
L'aggressività nel cane: dominanza, paura o istinto predatorio?
Frustrazione e aggressività
Rinforzo positivo o rinforzo sociale?
Condizionamento operante o istinto predatorio?
Il branco e l’apprendimento sociale
Stress, lavoro e gioco
L’arousal e l’interval training
Rimozione, sostituzione e ancoraggio
Le abitudini, l’attenzione e il “pattern interrupt”
Clicker training – piccioni, delfini, umani e cani
Rinforzo positivo o negativo? L'eterna lotta fra il bene e il male
A che gioco giochiamo?
Correre col cane nella savana
La storia finisce qui?
Note sull’autore, il suo cane, e ringraziamenti vari

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martedì 4 giugno 2013

Educazione cane: meglio capibranco, nonni o genitori?

"Non bisogna trattare i cani come figli".

Non bisogna tenerli sempre in braccio, non si deve dargliele tutte vinte, bisogna dar loro delle regole...

Certo, c'ė differenza fra un bambino e un cane. I miei figli ad esempio perdono meno pelo del mio cane.
Ci sono anche molte similitudini, come ad esempio la tendenza a non obbedire.

Ma mi chiedo: come tratta la gente i propri figli?

Veramente un genitore si comporta così con il propri figli? Gliele dà tutte vinte, li tiene sempre in braccio e li fa vivere senza regole?


Negli anni '40 del secolo scorso, il dottor Benjamin Spock, con il suo libro "Common Sense Book of Baby and Child Care" proponeva una teoria pedagogica rivoluzionaria per l'epoca: i bambini non dovevano essere mai sgridati ma solo lodati quando facevano qualcosa di buono.

Da Wikipedia:

Principale tesi di Spock, largamente criticata, fu la necessità di un forte permissivismo da parte dei genitori verso i propri bambini. La verifica degli effetti devastanti del permissivismo a oltranza nello sviluppo dei bambini, indusse Spock a rivedere drasticamente la propria tesi. Le accuse di permissivismo, in realtà, sorpresero molto Spock, che non aveva mai negato la necessità, per i genitori, di essere responsabili e presenti, pur sostenendo tesi anti-autoritarie, che non rinnegò mai.

Oggi nessun psicologo dell'infanzia propone di seguire i consigli del dottor Spock, a cui va comunque riconosciuto il merito di aver messo in discussione metodi troppo inclini alla punizione.

Torniamo ai cani. Perché, se da tempo è chiaro che non bisogna viziare i bambini, perché mai dovremmo farlo con i cani?  Da dove proviene questo tipo di comportamento?

Dai nonni.

Eh sì, generalmente sono i nonni che viziano i bambini, non i genitori! ;)

Quando viziamo i nostri amici pelosi, non ci comportiamo come se fossero i nostri figli, ma i nostri nipotini!

Un genitore deve essere una guida per i propri figli, il rapporto con i figli deve basarsi su fiducia e rispetto. È importante per i genitori essere presenti nella vita dei figli, e i figli devono essere parte integrante della famiglia.

A parte le fin troppo evidenti differenze fra figli e amici a quattro zampe, il ruolo del genitore non è diverso da quello del "capobranco", e in effetti in gran parte dei branchi di lupi, queste due figure coincidono. I Papà e le mamme sono paragonabili alle "coppie riproduttive" dei branchi di lupi: responsabilità, lavoro, protezione...

Comportarsi come genitori con i nostri amici a quattro zampe non è sbagliato, a patto naturalmente, come diceva il dottor Spock, di essere genitori  responsabili e presenti ;)

Con fiducia, rispetto e collaborazione.

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lunedì 29 aprile 2013

Siamo noi a umanizzare i nostri cani o i nostri cani si stanno effettivamente umanizzando?

E' giusto trattare gli animali come esseri umani, o in realtà sono più umani di quello che possiamo pensare?

Sul tema voglio riportare la mia ultima esperienza notturna.

Il mio nucleo familiare (o branco) è composto da un cane, Elsa, golden retriever,  da 3 gatti di razza non ben definita e da Andrea, umano meticcio milanese - friulano con qualche derivazione asburgica. Oltre alla sottoscritta, ovviamente.

Per carattere ed educazione, ho sempre creduto giusto trattare i membri della mia variegata squadra secondo il rispetto dovuto alle loro specifiche di razza per cui, prescindendo dall'immenso amore che provo per loro, il cane è un cane, i gatti sono gatti e l'Andrea è l'Andrea.

Questa profonda convinzione ha cominciato a dimostrare delle  altrettanto profonde crepe quando mi sono resa conto che, nei confronti del cane, l'Andrea e io ci apostrofavamo come "papà" e "mamma", oppure quando, dopo 2 anni e mezzo di perfetta gestione degli ambienti e degli spazi a ciascuno riservati, il cane, che nel frattempo ha raggiunto il considerevole peso dei 30 kg, ha incominciato a dormire con noi nel lettone, invertendo paradossalmente un cammino che prevederebbe il percorso contrario (lettone - cuccia vicino al lettone - altra stanza).


A questo punto il dubbio mi è parso più che legittimo:  sono io che sto rimbecillendo e mi ritrovo a ricoprire atteggiamenti che non ho mai considerato miei  o qualcosa nel rapporto umano - non umano è cambiato?

La risposta è arrivata, nella sua semplicità e luminosità, stanotte ed è durata tutta la notte!!!!

In genere il letto, all'ora di coricarsi, si trasforma in un ordinato groviglio di corpi che variano numericamente da un minimo di 2 a un massimo di 5 esseri dormienti.
Esiste una religiosa disposizione delle creature nelle notti di massima affluenza (in genere le più fredde dell'inverno): i 2 umani in posizione verticale (o quasi) alle estremità, il cane in posizione orizzontale acciambellata sul fondo del letto, 1 gatto nel mezzo sopra le coperte e un altro gatto rigorosamente infilato sotto le coperte. 

A questo rito si frappongono delle interruzioni dovute al fatto che l'Andrea, per lavoro, si sposta piuttosto di frequente con delle assenze che durano più giorni. La camera da letto in quelle occasioni diventa quindi improvvisamente più ampia e il lettone guadagna uno spazio che solitamente è occupato da un omone alto 1.90 e dal peso proporzionato.

Ebbene, per il primo periodo di dormienza su letto, il cane, anche nei gg di assenza dell'Andrea, ha mantenuto la sua posizione acciambellata orizzontale ai piedi del letto. Anche alcuni momenti di mia estrema coccolite che facevano risalire Elsa verso la zona cuscini rientravano regolarmente quando, dopo essersi fatta ben bene spupazzare, la "cana" ritornava inesorabilmente al suo posto ai piedi del lettone.

Passato un pò di tempo, nelle notti di assenza di Andrea, la posizione di Elsa è cambiata, si è fatta più... "appiccicosa", predilegendo lo schiena a schiena con la sottoscritta ma sempre nella parte medio - bassa del letto.

Ieri notte la folgorazione: l'Andrea in Germania, io a letto relativamente presto perchè il giorno dopo si lavora e la Elsa..... addormentata inesorabilmente su un fianco, muso a muso con la mia faccia, la testa sprofondata nel cuscino dell'Andrea, il respiro pesante e regolare dell'umano addormentato e, ogni tanto, un sospiro o un biascichio di soddisfazione.
E' stata una notte strana dove, ad ogni risveglio notturno mi immaginavo di trovare la faccia dell'Andrea e invece vedevo il muso della Elsa nella stessa identica posizione dell'Andrea e con la sua stessa identica espressione.

Da lì ho capito che un po' ci mettiamo noi del nostro per rendere i nostri amici pelosi il più possibile rassomiglianti a piccoli omini in miniatura, dall'altro il cane, la cui intelligenza non è più messa in discussione da anni (rimane il discorso dell'anima, ma quella è un'altra storia) ha capito che a fronte di modesti ridimensionamenti della sua libertà, può usufruire di indubbi vantaggi e rivendicare con sonore ronfate sul cuscino dell'Andrea la sua "umanità".

Diana Donatoni

Con fiducia, rispetto e, collaborazione. :)

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domenica 21 aprile 2013

Il tuo cane... è intelligente?


Ho sempre pensato che l'intelligenza sia sopravvalutata: non fa diventare ricchi, non fa avere successo con le ragazze, né tantomeno se sei una ragazza, essere intelligente, ti fa avere successo con i ragazzi ;)


L'intelligenza dei cani è stata per lungo tempo oggetto di discussione: fino a non molto tempo fa si riteneva che non ne avesse, ma che il suo comportamento fosse solo frutto dell'istinto; in realtà c'è ancora qualcuno che se lo chiede, anzi lo chiede a Google, provate a digitare "cani: istinto o intelligenza" per credere.

Si è ritenuto anche che il chiedersi se il cane abbia o meno l'intelligenza sia inutile; quello che è importante è vedere come si comporta in base agli stimoli ambientali, come se fosse una macchinetta.

Per quanto possa sembrare assurda quest'ipotesi, la teoria comportamentalista di Skinner, bandiera dei "gentilisti" ha tenuto banco fino a poco tempo fa, e ancora adesso Victoria Stillwell svela il suo grande segreto: il bocconcino ;)

Oggi si ritiene generalmente che la mente del cane non sia molto diversa dalla nostra, al punto che ci si sente autorizzati all'uso di psicofarmaci "umani" per risolvere eventuali "disturbi", senza una particolare sperimentazione sui cani stessi, con esiti devastanti.

E' oggi comunemente accettato che la mente del cane sviluppi processi cognitivi: attenzione, percezione, memoria, problem solving, linguaggio, emozioni…

L'intelligenza, legata alle varie funzioni cognitive, è un processo adattivo:

(da Wikipedia) "L'intelligenza può essere vista come la capacità di gestire ed elaborare le informazioni, i ricordi e i dati percettivi in modi tali da permettere il raggiungimento dei propri obiettivi e la previsione e prevenzione o risolvimento di situazioni future negative (ovvero contrastanti coi propri scopi, desideri e preferenze). L'intelligenza pratica è la capacità di agire in modo appropriato alle situazioni. "

I cani quindi possiedono intelligenza.

Un interessante studio ha verificato la relazione fra addestramento e intelligenza.

Il padrone del cane e un ricercatore sono in una stanza col cibo, il primo offre al cane una ciotola con qualche bocconcino, il secondo una ciotola piena di leccornie. I cani addestrati lasciano perdere le lusinghe e i richiami del padrone e si dirigono verso la ciotola più piena, i meno addestrati vanno verso il padrone anche se riceveranno un pasto più scarso.

In pratica: più il cane è addestrato, più sviluppa intelligenza, più sviluppa intelligenza, più il cane diventa autonomo nelle decisioni e meno legato al padrone.

Paradossalmente, più il cane è intelligente, meno è ubbidiente ;)

Questo potrebbe consolare i tanti proprietari di cani "disubbidienti", tuttavia non dobbiamo dimenticare che non è l'intelligenza o l'addestramento in sé stesso, né tantomeno eventuali ricompense in bocconcini che legano a noi il nostro cane, ma la relazione collaborativa basata su reciproca fiducia e rispetto.

La domanda che dovremmo farci non è tanto "quanto è intelligente il nostro cane?", bensì "cosa facciamo per mantenere viva e soddisfacente la relazione con il nostro cane?".

Con fiducia, rispetto e, collaborazione. :)

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martedì 16 aprile 2013

Perché il cane abbaia dietro al cancello?

A tutti è capitato di passare davanti a un cancello di un giardino insieme con il nostro amico a quattro zampe e spaventarsi perché improvvisamente un cane salta fuori abbaiando furiosamente.


E a tutti è capitato che, mentre si passeggia tranquillamente un cane dall'altra parte della strada inizia a tirare disperatamente il guinzaglio per venire da noi abbaiando e ringhiando.

Perché?

Andiamo con ordine. La spiegazione più tradizionale per il primo caso è la territorialità.

I cani, o almeno alcuni cani e razze, sono territoriali; questo comporta che il cane tende a difendere il suo territorio, come fa ad esempio il lupo, suo stretto parente.

E qui mi viene il primo dubbio.

Perché di documentari sui lupi ne ho visti tanti, di libri e articoli sui lupi altrettanti, e non ho mai visto i lupi comportarsi così.

Mi viene poi un altro dubbio: se il cane si comportasse in questo modo per difendere il territorio, una volta attraversato il cancello ed entrati nel giardino, dovremmo essere attaccati.
In realtà questo solitamente non succede. Anzi: nella maggior parte dei casi il cane si avvicina festosamente per farsi fare le coccole e conoscere il nostro amico peloso.

Veniamo al secondo caso: il cane che incrociamo per la strada vede il nostro Fido e cerca di tirare il padrone per avvicinarsi, quindi scartiamo subito la paura perché in questo caso cercherebbe di allontanarsi da noi.

Tipicamente questo comportamento viene descritto come "lotta gerarchica", cioè i cani devono, sempre, decidere chi sta "sopra" e chi sta "sotto", come i lupi che lottano per stabilire chi è il maschio alfa.

Noi tuttavia sappiamo dai recenti studi sui lupi che le lotte per la leadership non sono poi così comuni, e mi chiedo perché il piinscher che ho incontrato l'altro giorno voleva ingaggiare una lotta per la leadership con la mia golden retriever...

Le rare lotte per la leadership nei branchi di lupi sono ancora più rare nei cani di diverso sesso, e soprattutto i nostri due cuccioloni non fanno parte dello stesso branco, volendo considerare le nostre famiglie come branchi.

Allora perché i cani abbaiano e ringhiano quando sono al di là del cancello o si incontrano per strada?

La scala di Maslow ci dice che i bisogni si dividono in tre categorie:

  • Di sopravvivenza
  • Sociali
  • Di auto-realizzazione

Come abbiamo visto, possiamo scartare i bisogni di sopravvivenza: i cani tendono ad avvicinarsi e non ad allontanarsi, quindi non è paura. Non è neppure difesa territoriale, i cani e i lupi in natura tendono semplicemente a stare lontani o attaccare come ultima risorsa senza abbaiare e ringhiare.

Non vedo come abbaiare furiosamente possa portare auto-realizzazione, così rimane il bisogno di socializzazione.

Quindi sembrerebbe che il cane che abbaia dietro al cancello o dall'altra parte della strada vuole solo fare amicizia.

In effetti questo spiega perché la maggior parte dei cani trattenuti al guinzaglio abbaiano furiosamente, se lasciati liberi si avvicinano, si annusano ed, eventualmente, giocano allegramente; spiega anche perché se si apre il cancello e noi entriamo, il cane ci viene incontro festoso.

Purtroppo le cose non sono così semplici: i bisogni non soddisfatti portano frustrazione, che a lungo andare a sula volta può portare aggressività. E' possibile infatti che il cane possa associare la presenza di un suo simile al non-soddisfacimento dei suoi bisogni e quindi frustrazione.

Una condizione normale (il cane vuole fare amicizia) diventa quindi una condizione patologica (il cane diventa aggressivo).

La socializzazione è l'esperienza fondamentale per il cane, sia quando è cucciolo, sia nella vita adulta; alcuni tipi di aggressività non spiegabili altrimenti, potrebbero essere semplicemente sintomi di mancanza di socializzazione.


Per saperne di più:

I bisogni del cane
Il cane e la frustrazione

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lunedì 8 aprile 2013

Il cane è aggressivo o semplicemente frustrato?

I "cani aggressivi" sembrano essere di moda; ho conosciuto cani allegri e spensierati, desiderosi di giocare festosamente essere definiti "aggressivi".

Ho visto cuccioli di 3/5 mesi gioiosamente iperattivi definiti "aggressivi" e "irrecuperabili" per la loro tendenza a mordicchiare.

Ho ricevuto testimonianze di cani perfettamente sani e tranquilli, portati a scopo di test da "esperti comportamentali", definiti "fobici" e "ansiosi".

Ho visto "esperti comportamentali" aver paura di cani che saltavano su e giù per fare le feste e giocare.


Ho anche visto cani mordere seriamente esseri umani e attaccare altri cani o  altri animali.

Prima di parlare del perché un cane è "aggressivo", vorrei definire meglio cosa si intende per aggressività e mettere qualche "puntino sulle i".

1 - non esistono "cani aggressivi". 
Esistono cani che in determinate circostanze, in determinati ambienti, mostrano un "comportamento aggressivo".

2 - l'aggressività, nel cane come nell'uomo, è un comportamento anomalo e asociale.

3 - la dominanza non è un tipo di aggressività:
La Dominanza è un comportamento quantitativo e quantificabile visualizzata da un individuo con la funzione di ottenere o mantenere l'accesso temporaneo a una particolare risorsa in una particolare occasione, contro un avversario particolare, senza incorrere in lesioni alle parti. Se una delle parti provoca ferimenti, il comportamento è aggressivo e non dominante. (Roger Abrantes)

4 - L'istinto predatorio non è una forma di aggressività.
Da Wikipedia: "Istinto o comportamento innato è la tendenza intrinseca di un organismo vivente di eseguire un particolare comportamento."
La predatorietà è quindi una funzione adattiva comune a tutti i cani, non un comportamento anomalo e antisociale.

5 - la difesa del territorio e del branco non sono per definizione manifestazioni di aggressività.
Sono reazioni a uno stimolo. La difesa è una funzione sociale, col cessare dello stimolo, cessa la risposta comportamentale.

6 - La paura può provocare un comportamento aggressivo.
Quando si è minacciati, l'istinto di sopravvivenza prende il controllo comportamentale. Non è una condizione "normale", bensì una risposta a un evento straordinario.
Secondo la teoria di Maslow, la sopravvivenza è al primo posto, i bisogni sociali quindi non vengono considerati. L'asocialità e la non "normalità" del comportamento dettato dalla paura permette di descriverlo come "aggressività".

Veniamo quindi alla tematica proposta nel titolo:

7 - La frustrazione provoca aggressività. 
Secondo Dollard "alla base di un comportamento aggressivo (risposta) vi è sempre un evento frustrante (stimolo)".

 (Dollard J., Miller N.E., Doob L.W., Mowrer L.H., Sears R.R, (1967) Frustrazione e aggressività.)

Che cosa è esattamente la frustrazione?

Da Wikipedia: Con il termine frustrazione s'intende quello stato psicologico derivante da un mancato o inibito bisogno dovuto a cause esterne o a cause endogene ovvero lo stato psichico in cui ci si viene a trovare quando si è bloccati o impediti nel soddisfacimento di un proprio bisogno o desiderio.

Riprendiamo ancora una volta la teoria dei bisogni di Maslow:

- bisogni di sopravvivenza
- bisogni sociali
- bisogni di autorganizzazione

Abbiamo detto che la paura è determinata dal non soddisfacimento dei bisogni di sopravvivenza; un cane che ha paura è quindi frustrato e quindi aggressivo.

Ci sono casi dove la relazione fra aggressività e frustrazione è più sottile; quando due cani al guinzaglio si incrociano per strada si manifestano sovente comportamenti aggressivi.

Perché?

Una teoria abbastanza classica spiega questo fenomeno con la necessità dei cani di stabilire una gerarchia.

Non mi sento di escludere totalmente questa spiegazione, tuttavia ci sono delle difficoltà:

La gerarchia è una funzione naturale dei gruppi sociali, ad esempio il branco di cani.
Poiché i due cani che si incontrano per strada non fanno parte dello stesso branco,  i casi di aggressività si verificano anche fra individui maschi e femmine, i conflitti fra potenziali individui "alfa", specialmente di diverso genere, sono piuttosto rari.

Gli animali, in natura, cercano il più possibile di evitare gli scontri, perché l'esito non è mai certo e difficilmente non comportano rischi per entrambe le parti.

Un'altra spiegazione viene dalla prossemica. Due cani che si incrociano per la via, difficilmente si avvicinano frontalmente, ma eseguono dei cerchi e si avvicinano lateralmente.

Forzando con il guinzaglio l'avvicinamento frontale possiamo effettivamente creare qualche problema di stress ai nostri amici pelosi.
Tuttavia, in questo caso, la reazione dei cani dovrebbe essere di allontanamento dalla causa di stress e non di avvicinamento: se non ci piace qualcosa o una situazione, cerchiamo di allontanarci, non di avvicinarci a essa.

I nostri amici a quattro zampe fanno di tutto invece per avvicinarsi, anche se talvolta ringhiando e abbaiando.

Perché?

Consideriamo i bisogni sociali di Maslow. I cani sono animali sociali, esattamente come noi, e hanno "bisogno" di stare insieme agli altri; ecco quindi che risulta spiegabile perché due cani che si incrociano per la strada vogliono avvicinarsi.

Probabilmente vogliono semplicemente conoscersi e fare amicizia!

Perché quindi possono scatenarsi manifestazioni di aggressività?
Se noi tratteniamo il cane e gli impediamo di avvicinarsi, di fatto inibiamo il suo bisogno di socialità.
Come abbiamo visto, la teoria di Dollard implica che i bisogni inibiti, repressi, portano a frustrazione, e la frustrazione porta ad aggressività.

Quindi, dobbiamo sempre lasciare avvicinare i cani per permettere loro di fare amicizia e soddisfare i bisogni sociali?

Purtroppo non è sempre possibile :(

Possiamo incontrare un cane che ha fatto poca socializzazione da cucciolo, o addirittura non l'abbia fatta per niente, che ha giocato poco con i suoi simili e che quindi non ha imparato come comportarsi "in società".

A lungo andare la frustrazione diventa da "fisiologica" a "patologica", uno stato permanente della mente del cane per cui il solo vedere un suo simile provoca frustrazione e quindi aggressività.

Cosa possiamo fare se incontriamo un cane che presenta un comportamento aggressivo?

Per qualcuno, è facile capire istintivamente le reali intenzioni dei cani, per molti può non essere così naturale. Gli etologi hanno cercato di catalogare i vari comportamenti creando gli "etogrammi"; Turid Ruugas ha dedicato la sua vita a studiare i segnali calmanti dei cani. Certo, nulla vale come la sensibilità e l'esperienza, ma iniziare da qui non fa male.

Cosa possiamo fare se il nostro cane presenta un comportamento aggressivo?

La socializzazione e il gioco per il cane è probabilmente la miglior cura: un cane socializzato che gioca con i suoi simili è più sicuro di sé, ha meno paura ed è meno frustrato, quindi meno aggressivo.

Per saperne di più:

I bisogni del cane
Analisi comportamentale e etogramma del cane
La Matrice Comportamentale del cane

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venerdì 29 marzo 2013

Arousal e eustress: se li conosci, non li eviti! :)

Ci sono delle parole che di tanto in tanto vanno di moda; sicuramente una di queste è "arousal".

Ho letto tante discussioni su Facebook riguardo a questa parolina magica: alcuni criticano addestratori tradizionali perché "fanno venire l'arousal al cane", altri che dicono che "quando si torna a casa è meglio non portare fuori il cane a fare una passeggiata perché se no sale l'arousal e il cane rimane agitato", altri non portano il cane in area cani perché "si agita" e così via.

Che cosa è l'arousal?

Da Wikipedia: l’Arousal è uno stato fisiologico e psicologico consistente nell’essere svegli e reattivi agli stimoli. L’Arousal comporta l’innesco del sistema di attivazione reticolare nel tronco
cerebrale, il sistema nervoso autonomo e il sistema endocrino, con conseguente aumento della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa e una condizione di vigilanza sensoriale, la mobilità e la prontezza di risposta.

Perché succede questo?

L'arousal è una risposta adattiva all'ambiente.

Immaginiamoci una decina di migliaia di anni fa, noi e il nostro compagno a quattro zampe a caccia nella savana; le alternative allora erano piuttosto semplici: mangiare o essere mangiati.

E' chiaro che se i nostri avi in quella situazione fossero stati calmi e sonnecchianti, probabilmente l'uomo e il cane si sarebbero estinti subito.

L'arousal ha permesso loro di essere più attenti, di percepire meglio suoni, odori, di vedere in modo più accurato. La mente ragiona meglio e gli eventuali problemi vengono risolti più velocemente.

Naturalmente questo ha un costo dal punto di vista energetico; non è possibile mantenere questo stato di allerta a lungo, le risorse di glucosio disponibili per alimentare il cervello vengono esaurite in breve tempo. Se la condizione ambientale rimane, il cervello produce cortisolo, l'ormone che si occupa di procurare energia nel medio periodo.

Questo stato viene chiamato Eustress, dal greco "giusto stress"; è una condizione fisiologica definita anche "sindrome di adattamento".

Se lo stato di allerta permane nel tempo o supera certi livelli di intensità, la condizione da "fisiologica" diventa "patologica" e diventa distress, ovvero lo stress vero e proprio, negativo, dannoso.

A lungo andare, il distress provocato dall'eccessivo arousal porta a stati ansiogeni, crisi di panico, paura senza una causa identificabile, e aggressività.


Se osserviamo la curva che descrive il rapporto fra arousal e performance nella legge empirica di Yerkes–Dodson, notiamo che esiste un periodo di tempo, una "zona", in cui si ha il massimo della performance: migliore attenzione, percezioni etc.
Questo è lo stato dove un predatore, una preda, uno sportivo, uno studente, o il nostro amico peloso ottiene il massimo rendimento.

Questa zona è ben conosciuta e ricercata da tutti gli sportivi, è la capacità di lavorare al massimo delle potenzialità senza particolare sforzo percepito, accompagnata da una sensazione di benessere e euforia.
I maratoneti la chiamano "running high", generalmente viene definita come "essere in Zona".

Gli atleti sanno che esagerare non fa bene, porta a stress, infortuni, e soprattutto non fa progredire (burnout); per questo spesso usano l'espediente dell'interval training, ovvero fra una mini-sessione del lavoro e l'altra inseriscono una pausa, sostanzialmente per calmarsi e diminuire l'arousal. I risultati sono sorprendentemente migliori.

E' interessante inoltre utilizzare la curva caratteristica dell' arousal per creare quelli che nella Programmazione Neuro Linguistica si chiamano "ancoraggi".


Nella PNL si definisce "ancora" un evento fisico (suono, tocco, immagine…) che viene associata a una situazione caratterizzata da una certa sensazione o emozione.

L'ancoraggio è riconducibile al condizionamento classico di Pavlov: quando al cane viene dato da mangiare si suona un campanello, dopo qualche ripetizione la mente del cane associa al suono del campanello l'idea del cibo. Il suono richiama le sue emozioni e sensazioni riguardo al mangiare, anche senza che il cibo sia effettivamente presente.

Nella PNL si usano gli ancoraggi a scopo terapeutico: per smettere di fumare, interrompere una crisi di panico o uno stato ansiogeno e altro.

Nell "clicker training" usato nell'addestramento cinofilo, il "click" è un'ancora.

Nella PNL, il momento migliore per eseguire un ancoraggio è quando lo stato di eustress è quasi al culmine, facendolo seguire da un ritorno alla calma, qualcosa di molto simile all'interval training degli sportivi.

Eseguito in quel particolare momento l'ancoraggio ha la massima efficacia.

Ora, se mettiamo insieme tutti i nostri discorsi, possiamo constatare che la condizione genericamente e impropriamente definita da molti "arousal" è un insieme complesso di situazioni di stress e attivazione di funzioni cognitive (attenzione, percezione, problem solving, ragionamento) che nell'addestramento o nell'educazione cinofila va assolutamente ricercato e utilizzato per ottenere il massimo del rendimento, che sia in un contesto di "obedience", di "agility", "Utilità e Difesa" o semplice educazione.

Naturalmente è altrettanto importante conoscere, e non superare mai, in termini di intensità o durata, i limiti che portano da una condizione fisiologica di eustress a una condizione patologica di distress.

Facciamo un esempio pratico di quello che ci siamo detti.

Per eseguire il seguente esercizio in sicurezza, occorre che sia già instaurato un corretto rapporto di fiducia e rispetto col cane e che Fido conosca e applichi senz'indugio il comando "lascia".
Se le condizioni qui sopra non si possono verificare, non eseguite l'esercizio perché vi potete fare male!


Esercizio: come creare un ancoraggio e utilizzarlo.

Serve: un fischietto, un treccino, un cane.

Per molti cani l'eccitazione derivata dal gioco del "tira tira" col treccino è un'emozione molto piacevole; noi possiamo "ancorarla" per utilizzarla in seguito.

1 - Creare uno stato di eccitazione controllata

Stimoliamo il cane col treccino e portiamo l'eccitazione fino a un certo punto di "massima eccitazione", ma sempre controllabile.

2 - Creiamo l'ancora

Quasi al massimo dell'eccitazione soffiamo nel fischietto, dopo un istante ci fermiamo e diamo il comando "lascia".

3 - Lasciamo passare qualche secondo, in modo che Fido riprenda fiato (diminuzione arousal)

4 - Ripetiamo i punti da 1 a 3 per 8/10 volte

Una volta creata l'ancora la possiamo utilizzare in vari modi:
  • Il cane si allontana troppo in una passeggiata senza guinzaglio ed è troppo concentrato su un odore particolarmente invitante per tornare indietro. 
  • Il cane presenta un comportamento ossessivo-compulsivo: ad esempio si rincorre e morde la coda.
  • Il cane abbaia disperatamente a qualsiasi persona o animale passi in strada.
  • ...
Il fischio letteralmente sostituisce al pensiero presente nella mente del cane (che lo allontana da noi) la sensazione piacevole provata col treccino (che lo avvicina a noi), Fido quindi si distrae e diventa disponibile alla comunicazione.

Non è indispensabile usare un fischietto: semplici fischi con la bocca, giochini che fanno "squeak", dischi di Fisher o altro vanno bene.

Non è altresì indispensabile usare un treccino, il bocconcino può andare bene, ma in certi casi, con certi cani, crea una sensazione/emozione troppo debole per contrastare l'eventuale pensiero su cui il cane è concentrato: è necessario che il cane desideri con tutto sé stesso quel bocconcino e sia eccitato all'idea di ottenerlo.

Per altri cani il semplice contatto col padrone, qualche carezza o grattatina può funzionare in modo ottimale.

E' importante anche che l'ancora utilizzata sia univoca, quindi usata solo per ricordare quella particolare sensazione/emozione; e che sia "ecologica", cioè facilmente disponibile in qualsiasi circostanza. Se scegliete un pinguino che fa "squeak", dovete portarvelo in giro sempre ;)

Un'ultima considerazione, quanto descritto sopra non è un gioco, state lavorando sulla mente del cane, fatelo con rispetto :)

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martedì 19 marzo 2013

A che gioco giochiamo? Il gioco dei cani secondo Mark Bekoff

Chi segue questo blog sa che a volte le tesi di Mark Bekoff, specialmente quelle riguardanti dominanza e gerarchia, vengono qui ritenute piuttosto semplicistiche e fuorvianti.

Tuttavia Mark Beckoff rimane comunque uno dei più importanti studiosi del comportamento animale, e il suo lavoro sul gioco dei cani è sorprendentemente illuminante.

I cani si adattano facilmente alle regole di casa; quando un cane infrange una di queste regole, spesso si ha l'impressione che sappia in qualche modo di stare facendo qualcosa di sbagliato.

Ad esempio, la regola dice di non rubare il cibo dalla tavola, il cane può aspettare che noi siamo distratti e si avvicina furtivo alla tavola. Se viene colto in flagrante, solitamente non scappa, ma anzi si avvicina e, chinando la testa sembra quasi che chieda perdono.

Mark Bekoff parla di morale, di etica, ma indipendentemente da questi termini che sono più frutto di considerazioni personali, vediamo tecnicamente come si sviluppa questo comportamento.

I cuccioli giocano.

Chi vede 4 o 5 cuccioli giocare per la prima volta quasi si spaventa dalle ringhiate, dal mostrare i denti, dai morsi. In realtà, quando i cani vengono richiamati tutti trotterellano dai padroni con aria felice.

Il gioco è stato spesso visto come un allenamento alla lotta, alla caccia, ma secondo Bekoff non è il principale motivo: il gioco serve a imparare come vivere in società.

Il gioco, secondo Bekoff ha tre regole fondamentali:

Comunicare chiaramente.

Quando un cane vuole giocare, per dichiarare le proprie intenzioni, usa il "segnale universale di gioco", ovvero allunga le zampe anteriori, abbassa la testa, alza il posteriore e muove la coda festoso.

Il segnale universale di gioco

Questo segnale è usato da praticamente tutti i cani, dai lupi e dai coyote. Con questo segnale si dichiara che il successivo comportamento non è da considerarsi una minaccia ma, appunto, è solo un gioco.

Attenzione alle buone maniere.

Il gioco è bello quando rimane un gioco. Se un cane esagera ci possono essere due segnali: il guaito o un abbaio di avvertimento. Con questi segnali i cani si dicono: "ehi, amico, vacci piano, così fai male!".

A volte il gioco può sembrare violento

Ammettere quando si sbaglia.

Il cane che ha evidentemente esagerato spesso ripete il segnale di gioco, come per "scusarsi" e rilanciare la sua intenzione di non fare del male: "scusa fratello, non era mia intenzione, starò più attento, giochiamo ancora?"

Piccola pausa per chiarirsi e riprendere fiato

Questo comportamento permette al cane di capire fino a che punto può spingersi senza infrangere le regole del vivere in società.

Ecco perché è così importante, quando si adotta un cucciolo, partecipare alle classi di socializzazione; il modo migliore per insegnare la buona educazione al nostro piccolo Fido è quello di farglielo insegnare dai suoi simili.

Più il cane gioca, più è "socializzato". Più Fido impara a sottostare alle regole "sociali", meno problemi avrà nella vita con i suoi simili, e meno problemi avremo noi nella sua gestione.

Non solo i cuccioli giocano. Con l'avanzare dell'età il gioco può diventare meno violento, meno fisico, ma è sempre un segnale di buon equilibrio del cane.

La cosa peggiore che possiamo fare al nostro compagno a 4 zampe (e a noi stessi) è aver paura a lasciarlo avvicinare ai suoi simili.

E' vero naturalmente che è possibile incontrare cani "poco educati". Proviamo allora a interpretare i segnali del possibile amico di Fido e vediamo se ci lancia un "segnale universale di gioco"; in tal caso lasciamoli pure giocare :)

Clicca qui per leggere l'articolo di Marc Bekoff su Scientific American.

Un sentito grazie a Sylvie e Matteo per il permesso di usare le fotografie.

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