lunedì 29 ottobre 2012

Il cane e il suo territorio

In natura, i canidi tendono a formare un branco e stabilirsi in un territorio.

I lupi, i cani selvatici, le volpi definiscono un territorio circolare, nel centro vive il branco stesso (http://en.wikipedia.org/wiki/Home_range), le fasce più esterne rappresentano la zona di difesa e di caccia. Alcuni elementi di un branco di lupi vengono selezionati per vere e proprie operazioni di pattuglia lungo il perimetro del territorio.

La probabilità di incontrare quindi un elemento del branco è maggiore al centro rispetto che ai confini secondo quello che in statistica si chiama la funzione di densità probabile, connotata dalla tipica forma a campana (http://en.wikipedia.org/wiki/Probability_density_function).

Nei 15000 anni di vita in comune, l'uomo ha utilizzato due particolari aspetti del cane: l'istinto predatorio e la territorialità.

L'istinto predatorio è stato utilizzato prevalentemente per la caccia o per la ricerca; i cani da valanga o per ricerca persone sotto macerie o perse nei boschi vengono addestrati sviluppando l'istinto predatorio.

La territorialità è il motore principale che può essere utilizzato per addestrare un cane da guardia.

I migliori cani da pastore uniscono la predatorietà alla territorialità, in quanto hanno funzioni da "predatore" per il gregge o la mandria, per poterla gestire e muovere attraverso meccanismi legati alla paura (l'istinto predatorio genera paura), e allo stesso tempo difendere il territorio, ovvero il gregge o la mandria, da predatori e ladri.

Con la rivoluzione agricola (circa 5000 anni a.C.) l'uomo, da cacciatore-raccoglitore nomade, è diventato allevatore-agricoltore stanziale, e il cane si è specializzato nelle varie funzioni, che gli antichi romani hanno riassunto in:

Cane da guardia
Cane da pastore
Cane da caccia

L'idea di territorio di queste tre tipologie di cane differisce notevolmente: per i cani da caccia il territorio non ha un limite fisico, per il cane da pastore il territorio è dove c'è il gregge, per il cane da guardia è la casa, il giardino, il cortile, che rappresenta l'"home range".

Un cane reale ha in realtà tutte e tre le componenti, ma è probabile che una sia più evidente delle altre. E' altrettanto possibile che diversi ambienti e situazioni stimolino una delle componenti maggiormente di altre: Fido può essere "cane da guardia" in giardino e "cane da pastore" quando passeggia con mamma, papà e bambini.

Qualcuno può aver notato che nelle tipologie di cane ne manca una: i cani da compagnia o da affezione.

In termini evoluzionistici, i cani da compagnia e affezione… non esistono!

Per quanto Fido sia per noi un tenero batuffolo di pelo coccolone, in realtà, nella sua mente, è un cane da guardia, da pastore, da caccia.

Esempio: Fido in giardino abbaia a tutti quelli che passano. Fido sta facendo quello che crede il suo lavoro, il cane da guardia.

Esempio: Fido morde le gambe a un bambino che, giocando, corre e si agita gridando. Fido sta facendo il cane da pastore.

Esempio: Fido rincorre le biciclette e quelli che corrono al parco. Fido sta facendo il cane da caccia.

Quando parliamo di comportamento del cane, dobbiamo sempre valutarlo all'interno di un territorio tenendo conto di millenni di selezione naturale e operata dall'uomo.

Il territorio è legato al branco, è quindi una funzione sociale. Non si può parlare di territorio di un cane, il territorio è del branco.

Quando si parla di territorio di un singolo individuo, si parla di prossemica.

"La prossemica è la disciplina semiologica che studia i gesti, il comportamento, lo spazio e le distanze all'interno di una comunicazione, sia verbale che non verbale." (http://it.wikipedia.org/wiki/Prossemica)

Nel famoso libro sui segnali calmanti, Turid Ruugas nota che i cani non si avvicinano mai frontalmente, compiono lente traiettorie oblique per arrivare al fianco. Quello che viene interpretato come segnale calmante è semplicemente il rispetto della pressemica, che nei cani è più ellittico e le varie zone sono più decentrate.


La prossemica del cane e il suo territorio sono chiavi di lettura importanti per comprendere il comportamento del cane stesso.

Con Fiducia, Rispetto e Collaborazione :)

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domenica 28 ottobre 2012

La matrice comportamentale del cane

Quando si parla di parla di aggressività del cane, dominanza, sottomissione, paura e istinto predatorio, leadership e territorialità, spesso c'è un po' di confusione.

In realtà tutti questi comportamenti derivano dai bisogni.

Paura e istinto predatorio sono espressioni dei bisogni primari legati alla sopravvivenza, alla difesa personale e al procacciamento dl cibo. Paura e istinto predatorio possono coesistere, ma sono inversamente proporzionali, più si è predatori meno si è prede.

<< = istinto predatorio -- paura = >>

Dominanza e sottomissione sono il modo degli elementi di un branco per organizzarsi e risolvere liti senza ricorrere all'aggressività e derivano quindi dai bisogni sociali. E' abbastanza evidente che dominanza e sottomissione siano anch'essi inversamente proporzionali.


<< = dominanza -- sottomissione = >>


La leadership è una funzione sociale, non rientra nella sfera dei bisogni dell'individuo ma in quelli del branco: è il branco che seleziona un leader, non il leader che conquista il branco con l'aggressività.

Anche la territorialità è una funzione sociale, quando si parla di territorio riferendosi al singolo individuo, si intende la prossemica, lo studio dei comportamento, lo spazio e le distanze all'interno di una comunicazione. La prossemica fa riferimento ai bisogni di sopravvivenza e sicurezza ed è legata alla paura.

Se consideriamo i comportamenti legati ai bisogni individuali abbiamo quindi:

Istinto predatorio - Paura
Dominanza - Sottomissione

Per una più chiara rappresentazione, possiamo rappresentare graficamente queste direttive; abbiamo pertanto creato la:

Matrice comportamentale del cane


Segnare sulla matrice un eventuale comportamento indesiderato di Fido può essere di per sé stesso una prima indicazione della possibile soluzione del comportamento stesso.

Ad esempio, se abbiamo un cane che presenta dominanza (ad esempio sulla ciotola del cibo, il letto), punirlo o fargli paura non risolve la dominanza: otterremmo un pericoloso cocktail di dominanza e paura. La dominanza si risolve con regole, non con punizioni.

Ad esempio, se il comportamento sgradito è derivato da un forte istinto predatorio (corre dietro biciclette o gatti), è possibile sfruttare le punizioni o la paura, ma vogliamo veramente un cane pauroso? Probabilmente è preferibile sostituire l'oggetto della predatorietà con un gioco, come il tiro alla fune, o il riporto della pallina, che possono (e devono) essere controllati dal proprietario.

Ad esempio, se il cane è insicuro, sottomesso e pauroso, la cosa migliore è stimolare in lui l'istinto predatorio, ad esempio col tiro alla fune (lasciandolo vincere) e aumentare quindi in lui l'autostima. La sottomissione può essere lasciata ma dev'essere affiancata da una presenza del proprietario calma e sicura, a cui il cane può affidarsi.

Non dimentichiamoci però che la maggior parte dei comportamenti del cane sono indotti da noi stessi, e vanno analizzati considerando tutte le variabili: cane, proprietario, altri cani, persone, ambiente, situazioni…

Ricordiamoci che schemi e mappe mentali possono essere utilizzate per comprendere ed eventualmente re-indirizzare il comportamento di Fido; come si dice nella programmazione neuro-linguistica: la mappa non è il territorio, ovvero schemi e mappe non sono... "Fido" ;)

Con Fiducia, Rispetto e Collaborazione :)

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Come creare un guinzaglio invisibile

Cercando sui vari motori di ricerca la parola "guinzaglio", si trovano siti, forum e blog dove si discute se sia meglio il collare o una pettorina.

In realtà, a volte basta lasciare il proprio cane libero per scoprire che, dopo un po' di corse e annusate qua e là, la maggior parte dei cani se ne torna vicino a noi e si sdraia tranquillo.

Se pensiamo che sia un pezzo di nylon o di pelle a tenere vicino a noi Fido, siamo sulla strada sbagliata: è la relazione che creiamo col nostro cane a far sì che il posto migliore dove voglia stare sia vicino a noi.



"Il guinzaglio invisibile" è un modo nuovo, o forse vecchio di migliaia di anni, per comunicare con il cane basato su tre principi fondamentali:

Fiducia

Come dice Confucio "è più disonorevole non avere fiducia nei propri amici, che venire traditi da essi".
Come può esistere una relazione senza la fiducia? Come può Fido aver fiducia in noi se noi non riusciamo ad avere fiducia in noi stessi e nel nostro amico peloso?

Rispetto

Portando in famiglia un cucciolo, noi diventiamo responsabili di un animale con intelligenza, istinto, emozioni e sentimenti. Il nostro cane vivrà in un mondo che non è fatto a misura di cane; a volte difficile anche per noi. Il cane ha bisogno di trovare in noi una guida autorevole da rispettare, altrimenti sarà naturalmente portato ad assumere lui stesso quel compito, cosa chiaramente impossibile in questo  mondo così lontano dal cane. Il cane deve rispettare tutti i componenti della famiglia, ma allo stesso tempo la famiglia deve conoscere e rispettare i bisogni del cane.

Collaborazione

Qualsiasi possa essere il grado di fiducia e rispetto che si possono instaurare, solo il lavoro svolto insieme, la collaborazione, può tenere insieme la relazione. Per migliaia di anni la relazione uomo-cane si è basata su esigenze pratiche: caccia, difesa, pastorizia, trasporto...

Se è quindi dalla collaborazione che nasce questa meravigliosa relazione, questa parte non può essere ignorata anche ai giorni d'oggi, anche se non facciamo insieme a Fido caccia di persistenza, negli appartamenti delle nostre città è difficile tenere pecore e le slitte trainate dai cani sono sostituite da quelle a motore.

Una semplice passeggiata quotidiana col vostro cane forse può risolvere problemi comportamentali e creare una relazione più solida che mille corsi e seminari.

Con Fiducia, Rispetto e Collaborazione :)

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I bisogni del cane

Di cosa ha bisogno il nostro cane?

I bisogni del cane, come quelli dell'uomo, possono essere messi in relazione con il suo passato.

Quando la vita del cane non era rinchiusa in un giardino o in un bilocale in città, non trovava ogni giorno la ciotola piena di crocchette, ma doveva procurarsi il cibo come "spazzino" o cacciatore.

In ogni caso la vita del cane era una continua sfida, altri predatori o spazzini, i suoi stessi simili o le prede stesse, rappresentavano una continua minaccia.

Il cammino dell'uomo col cane è iniziato circa 15000 anni fa, in una savana, quando il cane si cibava dei resti degli accampamenti umani, aiutava gli uomini a fare la guardia di notte e li accompagnava nella caccia.

In termini evoluzionistici, 15000 anni sono pochi; il nostro stesso cervello è in parte rimasto in quella savana: siamo golosi di cibi grassi e zuccheri, perché nella savana rappresentavano la sopravvivenza, e anche se adesso rappresentano diabete e problemi cardiaci, ne siamo incredibilmente attratti.  Il nostro cane ha la ciotola sempre piena, ha spesso problemi di peso, ma se vede un potenziale pezzo di cibo, si avventa su di esso come se fosse a digiuno da giorni!

Nella savana, essere da soli rappresentava, per l'uomo e il cane, la morte: ancora oggi, anche se stiamo rintanati nelle nostre case, sentiamo il bisogno di riunirci in branco, di vedere i nostri simili; ne sentiamo talmente il bisogno, che il nostro cervello non percepisce una differenza fra le persone reali e quelle che vediamo in televisione o con cui parliamo su Facebook. Da quando facciamo meno figli, abbiamo accolto i nostri animali domestici nelle nostre famiglie.

Per fare felice il nostro cane, ed essere felici con lui, dobbiamo soddisfare i suoi bisogni.

Negli anni '40 del secolo scorso lo psicologo statunitense Abrahm Maslow definì i bisogni. che possono essere visti come desideri, e li suddivise in una scala che viene quindi chiamata "Scala dei bisogni di Maslow".

I bisogni sono divisi in vari livelli, ma generalmente se ne considerano 3:

1. sopravvivenza
2. socialità
3. autorealizzazione



I bisogni di sopravvivenza sono molto semplici: mangiare, bere, dormire in un posto sicuro, difendersi.

I bisogni sociali derivano dalla necessità di unirsi ai propri simili per aumentare le possibilità di difendersi e procurarsi il cibo.

I bisogni di autorealizzazione sono la nostra spinta evolutiva, come individui e come specie: cerchiamo sempre nuove possibilità e cerchiamo istintivamente di fare sempre meglio quello che facciamo.

Quando diciamo di soddisfare i bisogni del cane, non dobbiamo pensare a biscottini a forma di cuore o guinzagli con brillantini.
Non importa se Fido sia un fiero Rottweiler o un tenero volpino, la sua mente è rimasta in quella lontana savana.

Quando il cane abbaia di notte se sente un rumore, se insegue biciclette, se quando passeggia al guinzaglio ringhia e abbaia agli altri cani, sta solo facendo quello che nella savana salvava la sua vita e la nostra; il piccolo problema è che ora noi questi comportamenti li consideriamo un fastidio o un pericolo.

Per far sì che il nostro cane viva bene con noi nel nostro mondo dobbiamo soddisfare i suoi bisogni… in un modo utile, divertente e che venga accettato dalla nostra famiglia, i vicini di casa e quelli che ci stanno intorno.

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martedì 23 ottobre 2012

Lupi, cani e dominanza


Il cane discende dal lupo; su questo ormai sono quasi tutti d'accordo.

Quasi tutti, perché qualcuno, come Raymond Coppinger, propone che cane e lupo abbiano un antenato comune, ma sta di fatto che lupi e cani sono molto simili ed è possibile per una coppia cane-lupo generare cuccioli.


Nonostante questa possibilità, però, da quando il cane e il lupo hanno preso strade evolutive diverse, le due specie non si sono più avvicinate e ognuna è andata per la sua strada.

Con le sue più di 400 razze diverse, dal Chihuahua al San Bernardo, il cane è forse l'animale che più rappresenta lo spirito di adattamento e un DNA notevolmente flessibile.

Ma è sempre un cane, e per molti versi è diverso dal lupo.

L'etologia è lo studio degli animali nel loro ambiente naturale; se vogliamo studiare il cane dal punto di vista etologico incontriamo subito un piccolo problema:

Qual'è l'ambiente naturale del cane?

Generalmente il nostro cane non vive nelle vallate del parco nazionale di Yellowstone, i più fortunati hanno un giardino, ma la maggior parte vive nel salotto di una casa di 3, 4 locali.

Oltretutto il nostro cane non vive in branco con i suoi simili, siamo noi il suo branco, e anche con la migliore buona volontà, noi non ci comportiamo come lui.

Recenti studi hanno portato a riconsiderare il termine "alfa" generalmente utilizzato per i lupi che guidano i branchi: la maggior parte dei branchi è infatti costituita da un nucleo familiare così, più che "alfa" il capobranco è un genitore.

Tuttavia lo stesso dottor Mech conclude che se i branchi sono riuniti artificialmente dall'uomo o sono molto numerosi, la gerarchia è oggetto di lotte, spesso codificate in forme rituali.

Chi frequenta gli ambienti cinofili sa che ci sono due parole che scatenano subito reazioni contrastanti: dominanza e aggressività.

C'è infatti chi basa la quasi totale comunicazione col cane su dominanza e aggressività, e c'è chi dice che dominanza e aggressività semplicemente non esistono nel cane.

L'aggressività viene spesso considerata una malattia da curare.

Per capire meglio cosa queste parole significano, vorrei proporre la definizione di dominanza secondo l'etologia:

La dominanza è un comportamento quantitativo e quantificabile visualizzato da un individuo con la funzione di ottenere o mantenere l'accesso temporaneo a una particolare risorsa in una particolare occasione, contro un avversario particolare, senza incorrere in lesioni alle parti. Se una delle parti provoca ferimenti, il comportamento è aggressivo e non dominante. (Roger Abrantes)

Secondo questa definizione, non si può che essere d'accordo sul fatto che la dominanza esiste, ma non deve essere confusa con l'aggressività né tantomeno con la leadership.

Ma se ci pensiamo bene, anche noi "umani" abbiamo comportamenti dominanti, comportamenti aggressivi e le nostre società sono gerarchiche.

Il problema non è comunicare col cane: noi col cane comunichiamo benissimo!

Del resto sono più o meno 15.000 anni che il cammino dell'uomo e quello del cane si sono uniti, e per scoprire le ragioni profonde di questo legame unico, dobbiamo fare un viaggio in una lontana savana, tanto tempo fa ;)

Con Fiducia, Rispetto e Collaborazione :)

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